L’ultimo bianco primo alle siepi
Da un po’ di tempo, ovvero da molti anni… purtroppo, noi appassionati di Atletica Leggera, per “ristorarci” dall’annosa mancanza di campioni italiani trionfanti nelle competizioni internazionali, andiamo nostalgicamente a ricordare gli splendidi risultati del passato. Curiosamente, però, fra i vari campioni ricordati è quasi taciuto Alessandro Lambruschini. Eppure, “un tale” che sui 1.500 metri ha un 3’35”27, sui 3.000 metri un 7’47”07 e sui 3.000 siepi un 8’08”78… non dovrebbe passare inosservato. E se poi a costui aggiungiamo un bronzo olimpico (Atlanta 1996) e perfino un oro a un campionato europeo (Helsinki 1994) aumenta la sorpresa nel notare la sua quasi totale assenza dai ricordi degli appassionati. Questa “quasi totale assenza dei ricordi degli apassionati”, ben inteso, vuole suonare, sia consentito, come una vera e propria forma di rimprovero.
Alessandro Lambruschini ha continuato quella bellissima sequenza di campioni che hanno reso i 3.000 siepi una delle più belle e affascinanti specialità dell’Atletica Leggera: Franco Fava, Giuseppe Gerbi, Mariano Scartezzini, Angelo Carosi, Angelo Carosi, Francesco Panetta…, non sono dei semplici nomi, sono dei campioni che hanno dimostrato di possedere in gara la capacità di unire sofferenza e reattività, resistenza e velocità, su di un percorso particolare, che richiede doti da affinare con allenamenti mirati non facili da realizzare. Infatti, Alessandro Lambruschini possedeva la capacità di mantenere un buon ritmo e un’ottima tecnica per tutta la gara, salvo poi involarsi nel finale in una progressione che pochi al mondo erano in grado di contrastare. Una curiosità, se la memoria non ci inganna: Lambruschini è stato l’ultimo atleta bianco a superare gli africani. Ciò si verificò al “Golden Gala” di Roma, del 1996 (l’anno in cui poi conquistò il bronzo alle Olimpiadi di Atlanta).
Mettiamo quindi anche Lambruschini nell’album dei ricordi… E speriamo che anche questo possa servire a scuotere l’intero movimento (atleti e dirigenti) dell’Atletica Leggera italiana, che è da troppo tempo sonnacchiosa.