Bagni chimici
Organizzare una gara podistica su strada è molto difficile. Chi decide
di mettere in opera una “cosa” del genere, sa che deve preparare,
predisporre e prevedere molte energie, fisiche ed… economiche.
Eppure, di corse podistiche su strada se ne organizzano sempre di più.
Come mai?
Certo, la “domanda” è alta e quindi l’ “offerta”… ne tiene conto…, per
così dire. E’ la legge del mercato. E forse consiste proprio… in questo…
termine, “mercato”, la spiegazione della perplessità. Organizzare una gara
podistica su strada, molto probabilmente, risponde più a logiche di “tipo”
economiche che sportive. Altrimenti, non si spiegherebbe perché mai una
persona, a capo di un gruppo, debba concentrare su di sé tanti problemi.
Prendiamo, ad esempio, quello dei bagni chimici.
Cos’è un bagno chimico? E’ una… “apparecchiatura sanitaria” che utilizza
prodotti chimici per disgregare e deodorare il reflusso proveniente dal…
metabolismo umano. Ora, come ogni podista ben sa, prima di una gara si
“deve” andare in bagno: bisogna alleggerirsi, l’adrenalina, eccetera… Ma
in una gara podistica su strada dove partecipano centinaia e centinaia di
persone, quante bagni chimici occorrerebbero? Esiste una normativa? La
risposta è affermativa.
Dall’inizio del 2012 è stata promulgata la “Norma Europea EN 161194”,
cui ha fatto seguito, 12 aprile 2012, in Italia, la UNI 16194, che normalizza
i requisiti dei bagni mobili da utilizzare, fissandone i requisiti essenziali del
servizio. Da una rapida lettura di detta norma, si apprende che, a fronte di
un numero di partecipanti da 250 a 499, per eventi della durata di 6 ore,
debbano aversi 3 bagni; per partecipanti da 500 a 999, 6.
Ora, stabilendo che una persona, per effettuare il suo bisogno impieghi in
media un minuto, saranno 180 le persone che potranno usufruire del…
servizio, con buona pace di tutti gli altri che dovranno farne a meno e poi
volgere lo sguardo altrove, alla ricerca (a volte disperata) di un posto dove
sia possibile trovare un minimo di intimità. Questo calcolo va’ esteso sia
alle gare con massimo 500 atleti che a quelle con 1000. E bisogna poi
calcolare che il podista arriva sul posto circa un’ora prima della partenza.
Appare del tutto evidente come questa normativa sia “puntualmente”…
disattesa. Qualsiasi podista conosce l’andazzo organizzativo. Anzi, spesso
preferisce fare a meno del bagno chimico, o perché c’è una fila enorme,
o perché sono sporchi, o perché… preferisce il contatto con la natura (un
cespuglietto dietro a quel muretto, quel vicoletto poco trafficato, o cose
di questo tipo), o perché riesce ad entrare in quel bar… ad ordinare un
caffè. Insomma, il podista sa che il luogo della partenza, alla fine della
manifestazione, sarà molto diverso da quello dell’inizio della gara.
Lo sanno anche le autorità competenti sul territorio, che rilasciano i vari
permessi? Lo sanno, ma ritengono prioritario il “veicolo pubblicitario” che
la manifestazione comporta.
Lo sanno gli organizzatori? Lo sanno, sì che lo sanno. Anzi, ad onor del
vero, si assiste spesso a dei volenterosi dell’organizzazione che, al termine
dell’evento, si dedicano alle pulizie e al raccolto dei materiali utilizzati…
Però, vien da pensare, nel vederli così attivi, nulla possono… contro quei…
“reflussi del metabolismo umano” di cui si diceva.
Ultime due considerazioni sui bagni chimici, interconnesse fra di loro:
- molte volte sono assenti;
- il loro costo, di un prodotto di media qualità, si aggira sui 100 euro.
Conclusioni? Fate voi.