La natura di un “lungo”
Cosa sia un “lungo”, per un podista di lunga lena, è inutile dire. In fondo, tutti i podisti di resistenza lo corrono e lo conoscono. Tuttavia, proprio per questa specie di “over dose” di “lunghi” di cui, a ragione e con professionalità tanto si parla in giro, è forse opportuno indicare alcuni punti chiave di un allenamento assolutamente importante e che, in alcuni casi (leggi gare), risulta veramente indispensabile. Intanto, perché si fa’ un “lungo”? Essenzialmente, per migliorare la resistenza aerobica, cioè per migliorare la capillarizzazione dei vasi sanguigni e il sistema cardio circolatorio; abituare il corpo, si dice in gergo, a stare sulle gambe per un numero considerevole di minuti, ben oltre l’ora di corsa. Però, come tutte le cose di questo mondo, anche il “lungo” ha la sua natura…
La natura di un “lungo” si può suddividere in 3 fasi: 1)idea; 2) svolgimento; 3) conclusione.
L’idea di un “lungo” è quando nella mente del podista si cala un obiettivo, che può essere riuscire a correre per molti chilometri, o allenarsi per partecipare ad una Maratona oppure ad una Mezza. L’idea, appunto, è quella fiammella che brilla nell’animo del podista e che… non dev’essere spenta, anzi, alimentata con una sana ed accorta tabella di allenamenti. Se, ad esempio, si ha intenzione di correre molto più a lungo del solito, una sola volta, giusto per provare il brivido di un’impresa titanica (una trentina di chilometri), allora si dovrà procedere con degli allenamenti di lunghezza progressiva, in modo tale da abituare gradualmente l’organismo a sopportare carichi di lavori più consistenti. Se invece la preparazione è rivolta alla preparazione di una Maratona o di una Mezza, vorrà dire che il podista interessato dovrà pianificare qualche seduta di “lungo” in più. Questa è l’idea, cioè la nascita mentale della necessità e della voglia di fare un lungo.
Lo svolgimento di un “lungo”, cioè la… messa in pratica del progetto, non comincia al minuto primo dell’allenamento, ma… il giorno precedente…, nel senso che il podista dovrà munirsi di tutto l’occorrente: abbigliamento, calzatura, approvvigionamento idrico, eccetera…, senza lasciare nulla all’improvvisazione. Questo è vero in assoluto, specialmente alla vigilia di un allenamento tanto intenso e prolungato. Chiaramente, poiché si dovrà correre per molti più minuti del solito, sarà opportuno impostare il ritmo alla propria corsa lenta, così che l’organismo possa facilmente sostenere la fatica. Magari solo nel finale, negli ultimi 3/4 km, si velocizzerà un po’ la corsa, al ritmo della corsa media, perché dopo tanti chilometri di corsa lenta le gambe tendono ad… “addormentarsi”. La corsa, altrettanto chiaramente, si svolgerà di domenica, o comunque in un giorno festivo, per evitare ogni tipo di incombenza o di preoccupazione oraria (un po’ come avviene quando si effettuano allenamenti molto importanti, i cosiddetti “lavori”). Da soli o in gruppo? Meglio in tre o quattro… Mentre è difficile trovare qualche amico che viaggi alla nostra stessa velocità nei ritmi alti, è facile viceversa trovarne nei casi di corsa lenta. E poi, volete mettere?, il piacere di correre con gli amici: fa’ sembrare il lungo meno lungo. Infine, qualche parola sull’idratazione. Bere è importante, si sa, ma quanto o come? Si lascia al gusto personale, la scelta, ma l’ideale dovrebbe essere qualche sorso d’acqua ogni 6/7 km bevuto più o meno in movimento. Faccia dunque il podista interessato come meglio crede e può.
La conclusione di un “lungo” non è costituita dagli ultimi chilometri… Essa è la riflessione che si fa’ la sera stessa dopo l’allenamento effettuato. Durante i “lunghi” momenti di riflessione, il podista dovrà “sentire e vedere” le sensazioni che ha provato “lungo” l’intero tragitto. Dovrà risentire quella sofferenza, quella gratificazione, quella sensazione d’incapacità, quel senso di notevole autostima, quel muscolo, quel tendine, e così via… In un certo senso, è in questi momenti (che durano ore…) che avviene la conclusione del “lungo”. Si chiama “esperienza”. Anzi, per dirla tutta, il giorno dopo il “lungo”, il riposo potrebbe andar bene, ma sarebbe preferibile effettuare un po’ di corsa lentissima, defaticante, per poter “massaggiare” i muscoli e favorire la fuoriuscita delle tossine ancora in essi inevitabilmente presenti. E per poterli in fondo anche ringraziare….