Elementari norme per il podista
Ci vediamo quasi costretti a ribadire per iscritto ciò che andiamo ripetendo da un po’ di tempo ai vecchi amici podisti e financo a qualche nuova conoscenza. Diciamo che ci vediamo quasi costretti, per… la gioia che ci prende quando dedichiamo quel poco che presumiamo di sapere a delle persone che ci riconoscono una certa esperienza in materia nonché, da quello che abbiamo potuto appurare, una decisa coerenza nei comportamenti. A volte scherziamo con gli amici, atteggiandoci a vecchi professori in procinto di intraprendere un “corso di corsa”… Ma poi subito ci arrestiamo, consapevoli di non esserne all’altezza. Tuttavia, in questo ipotetico corso porremmo sicuramente alcuni punti quale premessa fondamentale e irrinunciabile, e cioè:
PUNTO PRIMO – La “soggettività”. Qualsiasi podista è un caso unico e irripetibile. La sua storia pregressa, il suo stile, la sua capacità di sopportazione, eccetera, raramente si ripresentano, nelle… stesse dosi, in altri. Da tenerne in debito conto, per tutti risvolti che la pratica podista comporta o può comportare.
PUNTO SECONDO – La “continuità”. Colui che abbia intrapreso un altro stile di vita e per tanto si dedichi alla corsa, sappia che deve correre tutti i giorni, che per il suo corpo la corsa quotidiana deve costituire la “normalità” della sua giornata. Solo così si acquisisce, in modo viscerale, la corsa. Per “continuità” s’intende la corsa lenta, rasserenante, facile, rilassante, che poi tanto lenta (se si va’ a controllare) non è. Quando poi si voglia migliorare le prestazioni, un paio di giornate alla settimana ad un ritmo che ci costringa a sperare che la corsa finisca al più presto, basteranno per le nostre aspirazioni.
PUNTO TERZO – Il “riscaldamento”. Spesso, anche il podista esperto, tende a trascurare questo importantissimo elemento. Si deve necessariamente “attendere” che il corpo si prepari alla corsa. Osservate un gatto quando si sveglia. Cosa fa’? Si stiracchia, anche per diversi minuti. E poi? Si striracchia ancora, magari in altra posa. Non esclude neanche qualche piroetta: se la prende comoda. Poi, comincia a muoversi con il suo proverbiale passo felpato, prima lentamente, poi in modo più sciolto e morbido. Ecco, questo è il riscaldamento che intendiamo: quello del gatto. Una ventina di minuti, come se non dovessimo correre: movimenti, esercizi, corsettina…; il mio procedere dev’essere una graduale sequenza di spostamenti, dalla quasi camminata alla corsa facile.
PUNTO QUARTO – Il “riposo”. Sembra una cosa paradossale, ma al podista giova far bene, ma proprio bene, il riposo. Almeno una volta a settimana, se ci si allena a settimana. Se invece si programma un allenamento quindicinale, che noi consigliamo, allora un giorno sarà di “riposo attivo”, in contrapposizione al “riposo classico” per settimana. Ma che cos’è il “riposo attivo”? E’ una corsa lentissima, ergo, un massaggio, una carezza per i muscoli. E in che cosa consiste il “riposo classico”? E’ quel riposo assoluto, anche mentale. E come se non si corresse mai, non si fosse mai corso, non si corresse mai più per tutto il resto della vita. Guardiamo la natura. In inverno fa’ freddo, c’è la neve, gli alberi non danno frutti, e via discorrendo. Cosa succede alla natura? Riposa. Sembra sia morta. Ma poi subentra la primavera e la voglia di vivere.
PUNTO QUINTO – Il “lavoro”. C’è poco da fare: se non si fanno i “lavori”, il ritmo di corsa non migliora. Possiamo metterci tutta la nostra buona volontà (in gara), ma se non abbiamo fatto i “lavori”…, tutto è inutile. Allora, mentre corriamo e non riusciamo a incrementare il ritmo, ci ripromettiamo di effettuarli, i “lavori”; però, intanto, gli altri ci sorpassano: “Avranno fatto sicuramente dei lavori”, pensiamo. Comunque, precisiamo: un “lavoro” degno di questo nome deve durare 30’ per una 10 km e 50’ per una 21 km. Per la maratona il discorso è a parte. Esiste il lavoro di corsa media, di corsa progressiva, di corsa in salita, di fartlek, di variazione, di corte veloce. Ecco perché preferiamo gli allenamenti quindicinali; così possiamo inserirci più lavori possibili. Siamo sicuri che i professionisti della corsa (oggi Senior, ieri Assoluti) fanno il lavoro bigiornaliero , cioè al mattino solo cosa lenta, al pomeriggio un “lavoro” fra quelli elencati. Ma non chiedete al campione cosa faccia esattamente; non ve lo dirà mai: ogni campione ha i suoi segreti. Piuttosto, chiedetelo… a “podisticamente.it”!