Senso e significato della storia podistica
Ogni tanto torniamo a pensare e a parlare di storia podistica, soprattutto… quando non corriamo, il che avviene piuttosto di frequente negli ultimi tempi.
Cos’è la Storia? Volendo rispondere in modo abbastanza generico, è lo studio delle cose passate, cioè l’analisi delle attività praticate dagli esseri umani. Chiaramente, più lo studio delle cose passate è fatto con attenzione, vale a dire esaminando obiettivamente fatti e situazioni, più la Storia ci insegna. Non a caso si dice: la Storia è maestra di vita.
Il primo “insegnamento” è che esiste una Storia delle società e una storia degli individui. Spesso le due Storie, società-individui, s’intrecciano, nel senso che si verifica un’identificazione fra le due, come ad esempio nei casi Rivoluzione francese-Napoleone, Unità d’Italia-Garibaldi. Dire dell’una significa dire dell’altra, e viceversa. Podisticamente parlando, si può dire la stessa cosa accostando i nomi delle società podistiche regionali più antiche ai loro rispettivi presidenti: dire delle une significa dire, inevitabilmente e automaticamente, degli altri. Ciò non toglie però che se la Storia è letta con attenzione, ripetiamo, con obiettività, imparzialità e sincerità, ci consegna tutta una serie di considerazioni che caratterizzano il nostro sviluppo, sia come società che come individui. Senza questa “lettura”, senza questo “impegno”, non c’è sviluppo, non c’è letteralmente “Storia”.
Portiamo ad esempio di quando il nostro presidente si lamentava del fatto che pochi padri iscritti alla squadra portavano a correre i loro figli, e di quando noi gli proponemmo, pur di fare avvicinare i ragazzi al podismo, di far leva non tanto sui padri quanto sulle madri, dal che nacque, storicamente parlando, la prima formazione podistica regionale femminile. Di lì a poco, come conseguenza, la nostra squadra s’impose nel campionato regionale (Caivano, 1996), sia a livello Master sia a quello della categoria Ragazzi.
Possiamo affermare, dunque, che una società o un individuo è degno di nota se ha una Storia alle spalle; e se ha saputo interpretarla. Che significa “interpretare la Storia”? Significa leggerla con attenzione, coglierne i nessi, gli accadimenti dei singoli dati, esaminare cause ed effetti, non ridurre gli stessi a mere elencazioni senz’anima, allargare i propri ambiti agli altrui, per ponderare esiti singoli o plurimi ai fini di conferme o di ulteriori evenienze, seguirne le traiettorie, senza infingimenti o forzature.
Le società e i podisti che non hanno una Storia alle spalle sono quelle società e quei podisti che non hanno un “presente”, che vivono perciò in modo arido. Non sono capaci di sviluppo, perché non hanno un regresso su cui appoggiarsi e fondarsi. E’ come saltare in alto, o in lungo, senza prendere la rincorsa.
Le società e i podisti che non sono stati capaci di “studiare” la loro Storia, di recepirla e di nutrirla, di “partecipare” agli avvenimenti che l’hanno prodotta, si ritrovano nella stessa povertà di spirito che spesso (quasi sempre) si traduce in povertà economica e soprattutto morale.