Il segreto per andare forte
Indulgiamo anche noi verso una terminologia gergale, definendo “forte” il ritmo di corsa che più correttamente si dovrebbe definire “veloce”, perché siamo fra di noi, cioè fra podisti. E sappiamo bene quanto in cuor loro tutti i podisti vadano alla ricerca del segreto per andare più forte, sia carpendolo dal campione di turno, sia da qualche pubblicazione, sia da chiacchierate fra amici podisti che raccontano esperienze fra le più svariate. Però, a conti fatti, si verifica quella che potremmo chiamare “la solitudine del podista”, perché il campione di turno è restio a comunicare per intero tutta la vasta gamma dei suoi piccolo-grandi segreti che lo fanno andare più forte; perché ogni pubblicazione, anche la più attendibile, pecca di specificità, dal momento che non può per ovvi motivi calarsi nella dimensione soggettiva; e infine perché fra le tante cose che si dicono i podisti fra di loro, belle e preziose, spiccano quelle contraddittorie o ugualmente valide, facendo scadere questo importante contributo conoscitivo nell’ambito delle perplessità.
E allora? Allora…, abbiamo pensato di “scoprire l’acqua calda”, di rivelare cioè una volta per tutte, il segreto per andare forte, che è una cosa così semplice, ma così semplice, che tutti la conoscono, però fingono di non saperla. Il… significato profondo per cui i podisti “fingono” di non conoscere quello che fa’ andare veramente forte è che non sono riusciti ancora a metterlo in pratica, per cui sono… ancora alla ricerca del “segreto” giusto. In verità, ecco i punti salienti che predispongono all’accoglimento dell’espediente per velocizzare il ritmo della nostra corsa:
- Considerare onestamente la potenzialità oggettiva del nostro organismo (se si è fatto sport in precedenza, altezza, peso, disponibilità agli allenamenti, eccetera);
- Allenarsi almeno 6 giorni a settimana (correre dev’essere una normalità, per l’organismo);
- Durante la settimana bisogna alternare un giorno di corsa lenta ad un’altra di corsa impegnata (corsa media, progressiva, fartlek, ripetute, eccetera);
- Gli allenamenti devono essere sempre graduali e mirati ad una gara specifica (una cosa è una 10 km, un’altra è una 21 km, eccetera);
- La corsa deve costituire, per l’atleta, la priorità. Piaccia o non piaccia, bisogna ammettere che quando ci si impone di raggiungere un risultato, senza troppi giri di parole, è necessario concentrarsi soprattutto su quello.
Fatte salve le condizioni di cui sopra, eccoci arrivati al segreto per andare forte. E’ molto semplice: bisogna allenare le nostre capacità muscolari (un po’ anche quelle mentali, ergo sopportazione della fatica), portandole a delle condizioni estreme…, senza incorrere in infortuni. Se si riesce a fare ciò, il corpo “ricorda” quello che ha fatto e “lo restituisce” in gara, quando glielo chiediamo. Inoltre, una volta raggiunta una certa condizione, l’organismo tenderà a “mantenerla”, anche se qualche allenamento non dovrebbe essere effettuato. Solo nel caso di un impedimento alla corsa per un periodo di 7-10 giorni, si rischierebbe di aver vanificato il tutto e di dover ricominciare quasi da capo.
Ma poi, che significa andare forte? Andare a 3’ e 30” al km? Andare a 4’ al km, nonostante una certa età? Correre una maratona a 5’ al km? Forse sì, forse no. Sicuramente, andare forte significa correre al limite delle nostre attuali possibilità, quelle che solo noi conosciamo, nel segreto delle… nostre gambe e della nostra passione per la corsa.