Differenza fra fartlek e interval training
Nella ricerca di allenamenti che possano migliorare o conservare le sue capacità prestative, il podista è sempre curioso di apprendere e mettere in pratica nuove tematiche, o almeno quelle che ritiene tali. Ma a volte si confonde di fronte ad una terminologia lontana dalla lingua nativa e rischia di sovrapporre due tipi di allenamenti, ritenendoli uguali nella forma e nella sostanza. E’ il caso, spiace ammetterlo molto comune fra i podisti, del Fartlek e dell’Interval Training. La causa della confusione è che entrambi gli allenamenti sono basati sulle variazioni di ritmo, che sono molto stimolanti per il sistema cardiocircolatorio.
Cominciamo con il fartlek, che è originario dei paesi scandinavi e che significa esattamente “gioco di velocità”. Già questo da chiaramente ad intendere a chi si rivolge e come va’ effettuato. Nella maggior parte dei casi, il fartlek è indicato per podisti che interpretano l’allenamento come una pratica libera da schemi rigidi e prefissati, con una elevata componente che potremmo definire, per l’appunto, ludica. Si esegue, di norma, su tracciati ondulati, corsi a sensazione, in modo alternativamente veloce e lento; grosso modo, 2’ di corsa veloce (meglio se il tratto di percorso è in salita) e 5’ di recupero svolto al ritmo della corsa lenta. Tutto ciò, riscaldamento compreso (20’ da non escludere mai da ogni tipo di allenamento), per un’ora o un’ora e mezza complessiva. Da notare che il percorso ondulato, rende la corsa molto proficua sotto l’aspetto del beneficio muscolare e, comunque, aiuta molto il podista a migliorare la sua percezione e sensibilità della corsa. Infine, c’è da dire che il fartlek, se effettuato da podisti di alto livello e se effettuato in maniera esasperata, può diventare un allenamento significativamente duro.
L’interval training (allenamento intervallato) si esegue quasi sempre su pista. O meglio, essendo un tipo di corsa che necessita di un percorso rigorosamente misurato, è preferibile lo si svolga su pista, o comunque su di un tracciato che non lasci margini a dubbi sulla sua effettiva lunghezza. Il caso che determina confusione con il fartlek, è che anche l’interval training, in effetti, è una variazione di velocità, ma ciò avviene per tratti più brevi corsi con intensità maggiore: si va’ dai 200m ai 400m, con recuperi equivalenti ai tempi impiegati nelle prove. Grosso modo, la lunghezza complessiva di un allenamento di interval training oscilla dai 4 agli 8 km (sempre previo riscaldamento adeguato). Si possono ipotizzare 10 prove da 1’ (con altrettanto recupero, come detto), oppure 10 prove di 2’, e così via. Se il podista in questione attraversa un periodo di buona condizione fisica (e mentale…), può arrivare anche a 20 prove, magari inserendo in un certo numero di prove alcuni 400m, però con recupero almeno dimezzato. Come è evidente, questo tipo di allenamento si rivolge maggiormente a podisti di una certa caratura e che abbiano anche una saldezza mentale non indifferente, cioè un elevato grado di mantenere la concentrazione in maniera costante (e che magari a qualche osservatore potrà sembrare maniacale…).
Speriamo di essere riusciti a fare un po’ di chiarezza, per tutti coloro che fino a questo momento avessero avuto dei dubbi al riguardo, o che avessero sempre pensato che tutto sommato si trattava dello stesso tipo di allenamento. Se invece abbiamo offeso qualche competenza, e fra i podisti ce ne sono di rilievo, ce ne scusiamo vivamente, ricordando comunque a tutti quanti che quello che ci muove è la passione per il podismo.