“Il giro del mondo (e 4 record mondiali) in 80 giorni”
Modifichiamo volentieri il celebre titolo di Giulio Verne, “Il giro del mondo in 80 giorni”, perché quello che riuscì a fare nel 1978, Henry Rono, ha qualcosa di fantascientifico, proprio come le vicende che raccontava il narratore francese.
Henry Rono nacque a Kapirsang, in Kenia, nel 1952. Ma non si chiamava così; il suo vero nome era Kipwambok, ma fin da subito gli venne cambiato in Rono, che significa letteralmente “colui che riconduce a casa le capre”, il che la dice lunga circa le sue origini di pastore-contadino.
Da giovane studente si mise in luce nelle gare studentesche, tanto da meritarsi una borsa di studio e, soprattutto, la possibilità di trasferirsi, nel 1976, all’Università di Seattle e di essere seguito dal tecnico John Chaplin, nota per la dura applicazione dei suoi metodi di allenamento. Basti pensare, dalle notizie che siamo riusciti a reperire, che una consistente parte degli allenamenti a cui destinò il giovane promettente keniano consistevano in due sedute giornaliere così distribuite: al mattino, 15 Km di corsa in salita (nello Snake Canyon) in forte progressione di velocità; al pomeriggio, ripetute di 10×1000 non superiori ai 2’ e 40”. La conseguenza fu che nel 1978, in soli 80 giorni, Henry Rono stabilì ben 4 record mondiali, una frequenza atletica strepitosa difficilmente eguagliabile e ovviamente, mai prima verificatesi. Questa la successione:
- 5.000m (13’ 8” 4), 8 aprile, Berkeley;
- 3.000 siepi (8’ 5” 4), 13 maggio, Seattle;
- 10.000m (27’ 22” 5), 22 maggio, Vienna;
- 3.000m (7’ 32” 1), 27 giugno, Oslo.
Una progressione di record mondiali veramente incredibile. Tanto che la “Gazzetta dello Sport”, nel 1978, lo dichiarò, giustamente e vorremmo aggiungere “inevitabilmente”, “sportivo mondiale dell’anno”.
Per parte nostra, aggiungiamo che Henry Rono è stato l’atleta africano che ha dato inizio alla fase degli atleti africani che si sono poi trasferiti nei paesi occidentali a conseguire clamorosi successi nelle gare su pista. I vari Moses, Kiptanui e via discorrendo gli sono debitori di aver trovato una strada già ampiamente e splendidamente aperta dalle sue mirabolanti prestazioni.