A colloquio con l’amico vigile urbano
Se il podismo fosse un mestiere, non ci sarebbe la… disoccupazione. Battute peregrine a parte, è vero, il fenomeno per fortuna si è molto diffuso e quasi tutti corrono; e poiché si corre in modo quasi esclusivo per strada, per necessità, per mancanza di strutture, per comodità, eccetera, è anche facile che si possa avere qualche amico podista che… come seconda attività svolga quella di vigile urbano!
Abbiamo interpellato, per voi ma anche per noi, un amico vigile urbano, per le tematiche che afferiscono la corsa su strada. Eccone il resoconto.
I podisti non hanno una vita tanto facile, per strada, fra segnali, divieti, automobili… Innazitutto, il codice della strada distingue fra pedone e podista?
No, la persona che corre è considerata in tutto e per tutto un pedone. Evidentemente, il fatto che utilizzi le gambe, e non le ruote ad esempio, lo equipara in maniera assoluta al pedone. Soggiace quindi, il podista, alle stesse regole del pedone.
Però, bisogna riconoscere che si pongono al podista situazioni un po’ differenti, rispetto al pedone. Ad esempio, un marciapiede molto stretto può risultare difficile da impegnare per la corsa, per cui a volte necessariamente vi si deve scendere.
Difatti non si deve per forza restare sul marciapiede, quando è molto stretto. Ma si deve poi procedere nella carreggiata opposta. Questo del correre sulla carreggiata opposta è una questione di estrema importanza: il podista, quando corre su strada, è tenuto ad impegnare la carreggiata opposta, in senso contrario rispetto ai veicoli.
Cioè, esiste una normativa specifica al riguardo e il vigile potrebbe comminare una multa?
Il codice della strada è preciso sulle norme da applicare ai casi concreti che si realizzano nella vita cittadina. Effettivamente, questa novità di assistere sempre più spesso a podisti che corrono per strada, potrebbe e dovrebbe diventare materia di discussione per allargare la sfera degli articoli di riferimento, per una sorta di aggiornamento. Tuttavia, nello stesso codice della strada è chiaramente ravvisabile il ricorso al “buon senso” nei casi dubbi, che pure possono verificarsi. Così, nel caso che un podista corra in senso contrario alla carreggiata, il vigile valuterà essenzialmente se il gesto costituisca oppure no intralcio al traffico e si regolerà di conseguenza.
E quando si corre in gruppo?
Proprio in virtù del principio di non arrecare intralcio al traffico, si dovrà procedere in fila indiana.
Per il podista, le strisce pedonale costituiscono sempre un dilemma: le deve attraversare di corsa, oppure camminando?
Questo è uno dei casi più controversi. Poiché il codice della strada nulla dice sull’attraversamento delle strisce da parte dei podisti, il fatto che qualcuno corra sulle strisce potrebbe essere interpretato, in sede giudiziale, come un comportamento avventato, visto che comunque i veicoli debbono sempre dare precedenza ai pedoni (che camminano) che passano sulle strisce. Il fatto stesso del correre, potrebbe essere interpretato come un comportamento pericoloso che ha favorito il verificarsi dell’incidente.
E se invece il podista attraversa la strada lontano dalle strisce, anche per evitare il possibile equivoco?
E allora deve dare precedenza ai veicoli.
E se si corre in qualche senso unico?
Quando si corre nella stessa direzione dei veicoli, si deve tenere la destra. Tanto…, giusto per fare una battuta, il podista non potrà sorpassare sulla destra!
Come ci si comporta nei casi di “strada privata” e “divieto di transito”?
Se non ci sono sbarre o cancelli, sono strade di pubblico transito e non ci sono problemi. Ma se l’ingresso è impedito, ancorché segnalato, allora ci si trova di fronte a proprietà private che il codice tutela, per cui… bisogna che il podista modifichi il percorso!
Esistono delle strade completamente interdette al transito dei podisti?
Certamente! Guai a non saperlo! Sono quelle a scorrimento veloce: autostrade, svincoli e tangenziali. Perché, esistono podisti suicidi?