Questione di metabolismo
Detto così può sembrare banale: cos’è il metabolismo? E’ quel meccanismo particolare che regola il nostro corpo. Ogni essere umano ne ha uno proprio; lo vediamo da chi mangia molto e non ingrassa, ma anche da chi mangia poco e ingrassa lo stesso. Vogliamo parlarne un po’ più diffusamente, pur senza entrare in ambiti spiccatamente specialistici? Proviamo.
Intanto, un’attenzione terminologica. La parola “metabolismo” deriva dal greco “metabol”, cioè “mutamento”, “cambiamento”; composto da “meta”, “dopo”, “oltre” e da “ballein”, “gettare”. Quindi, il metabolismo è un procedimento di trasformazione cellulare.
Ora lo sappiamo: il metabolismo è il fenomeno caratteristico della vita stessa, è il processo di rinnovamento, di ricambio, delle cellule e dei tessuti, che si realizza attraverso l’avvicendamento di due processi: anabolismo (fase integrativa) e catabolismo (fase disintegrativa). Cosa significa in concreto? Quando noi mangiamo, diamo al nostro corpo le sostanze che gli servono per la produzione di energia. Questa è la fase del cosiddetto “anabolismo”, una fase di somministrazione, dunque. Nella fase successiva, detta “catabolismo”, le sostanze ingerite, che poi ricordiamoci sono sempre cellule, vengono per così dire lavorate, utilizzandone le parti utili ed espellendone quelle che non servono allo scopo.
L’anabolismo interessa le nostre secrezioni interne, il catabolismo, ed è qui che dobbiamo concentrare la nostra attenzione di podisti, riguarda la nutrizione e la respirazione. Quanto più le nostre cellule lavorano bene, cioè hanno una regolare attività di trasformazione delle cellule nell’atto della nutrizione e della respirazione attraverso l’atto della corsa, tanto più il meccanismo catabolico consente al nostro corpo di funzionare come si conviene, restituendo all’esterno un’immagine di efficienza e di salubrità. Ecco perché il podista abituale dimostra una diecina di anni in meno rispetto al sedentario: le sue cellule, nelle fasi anaboliche e cataboliche, lavorano in modo regolare e fluido, non consentendo alle funzionalità organiche rallentamenti e ristagni. Un po’ come il corso di un fiume, se il suo corso è liscio oppure increspato.
Ma di “quanto” il nostro corpo ha bisogno per funzionare bene di queste cellule? Finora ci siamo soffermati sull’aspetto della qualità, non sulla quantità. In ogni cosa è di fondamentale importanza l’apporto sia quantitativo che qualitativo. La risposta ce la fornisce il cosiddetto “metabolismo basale”, la condizione indispensabile, affinché si realizzino le condizioni minime di esercizio. L’espressione “metabolismo basale” si riferisce a quell’attività fisica che il corpo deve impiegare nella formazione anabolica e nella distruzione catabolica delle sostanze ed elementi dal cui equilibrio dipende la salute del corpo. In altre parole, è il dispendio di energie minimo indispensabile a realizzare la vita. Se vogliamo essere più precisi, il metabolismo basale è la quantità di calorie consumate in un’ora dal corpo quando il soggetto si trova in stato di riposo. Esiste una regola di riferimento? Sì, è questa è la ragione della vera distinzione che dicevamo all’inizio, cioè fra quelli che mangiano molto e non ingrassano e viceversa. E’ una questione di costituzione, non di metabolismo. Il metabolismo basale, cioè di base e che dipende da soggetto a soggetto, è la quantità di calorie consumate in un’ora per ogni metro quadrato di superficie del corpo quando il soggetto si trova a riposo, a digiuno e alla temperatura ambiente di 16 gradi C.
Quindi, ognuno si faccia i suoi calcoli, si conosca in quanto a costituzione e corra, corra, corra, per consentire al suo metabolismo di funzionare a dovere, nella considerazione che l’uomo moderno non è più costretto come l’uomo del passato all’esercizio fisico, per la qual cosa di lui non si diceva mai che era una… “questione di metabolismo”.