Gli allenamenti segreti dei campioni
Non sperate di carpire i segreti dei campionissimi, di quei podisti che “viaggiano” a delle velocità stratosferiche, perché non ve li diranno mai. Un po’ perché sono i loro “brevetti”, non riproducibili da altri, e un po’ perché detti segreti sono sempre in via di ulteriori sperimentazioni. Non sperate nemmeno di sapere i segreti dei semplici campioni, di coloro cioè che incrociamo domenicalmente nelle gare e che “viaggiano” comunque a delle velocità incredibili, nell’ordine dei 3’ al km, o poco più. Perché, fatte le debite proporzioni, valgono i principi di cui sopra.
Ma noi siamo riusciti, scartabellando nel passato, a raccoglierne qualcuno, perché gli allenamenti segreti dei campioni, così come i loro accadimenti atletici, col trascorrere inesorabile del tempo e della storia, “allentano i cordoni della borsa” e lasciano uscire “tesori”, dati e situazioni, prima gelosamente custoditi.
Marcello Fiasconaro – 1973, Arena di Milano, dieci giorni prima di realizzare il record del mondo degli 800 metri: 3×600, con recupero di 10’ fra le prove, corse rispettivamente in 1’18”2, 1’17”3, 1’17”2.
Antibo, A. Cova, F. Panetta – 1986, a Otaniemi, in Finlandia, prima degli Europei di Stoccarda: 6×1000 in 2’ 30”, con pausa in souplesse di 4’.
Francesco Panetta – 1987, a Virumaki, in Finlandia, raduno premondiale: 1×5000 in 13’29”, pausa di 10’ + 1×3000 in 7’57”, pausa di 10’ + 1×2000 in 5’13”.
Gelindo Bordin – 1988, a Mora, in Svezia, prima dell’Olimpiade di Seul (dove vinse la maratona): 1×7000 in 20’57”, con recupero di 1 km in 3’10” + 1×7000 in 20’54”, con recupero di 1 km in 3’08” + 1×7000 in 20’32”, per un totale di 23 km corsi in 1h08’41”.
Salvatore Antibo – 1990, prima del record italiano dei 5000 metri (13’05’59), tuttora vigente: 1×5000 in 13’25”, con pausa di 3’ + 2×2000 in 5’12”, con recupero di 2’ fra le prove e 3’ di pausa + 1×1000 in 2’32”.
Ci ripromettiamo di scoprire altri atleti e altri allenamenti segreti. Ma non è cosa facile, come abbiamo cercato di spiegare. Soprattutto per gli atleti stranieri, che sono più lontani dai… nostri radar. Citiamo solo due casi, quelli di Said Aouita, che correva alle 6 del mattino per non farsi letteralmente vedere e di Emil Zatopeck, che correva tre volte al giorno (6, 11, 18,30), tanto nessuno avrebbe avuto né il tempo e né la forza di… spiarlo!