Gli 800 m su pista
“E basta, con questa strada…!”, a volte viene da pensare, visto il pullulare delle stracittadine, le solite corse di 10 km e i consueti e stanchi ritmi che accompagnano le nostre partecipazioni a gare che di agonismo vero e proprio, quello che mette a confronto noi stessi con la capacità di sofferenza e col “signor cronometro”, continuano a perdere di consistenza. Sembra quasi, a vedere le migliaia di partecipanti alle gare su strada, che la vera atletica sia questa. E invece non è così, come ogni buon podista sa, o dovrebbe sapere. Basti pensare ai record ufficiali. A parte le 21 km e le maratone, tutte le altre specialità dell’atletica leggera (compresi i salti e i lanci) sono omologabili solo su pista. Per una questione di controllo, certo, ma anche perché la misurazione è perfetta. Insomma, per farla breve, ci si aspetterebbe una crescente partecipazione alle gare su pista, come si registra per quelle su strada, nell’incoraggiante aumento di numeri dell’intero movimento. E invece…
Gli 800 m rappresentano una delle gare di corsa più belle su pista. Sono particolari e affascinanti. Sono considerati come gara di mezzofondo veloce e fanno parte del programma olimpico fin dalla prima edizione, quella del 1896 (per le donne, dal 1928). La partenza è in corsia, però senza fare uso dei blocchi. Al limite dei 120 m iniziali, degli appositi segnalatori indicano la possibilità di uscire dalle rispettive corsie, di andare cioè “alla corda”, per poter correre la distanza nel minor numero di metri possibile. Questo è un momento abbastanza complicato della gara, poiché sono possibili urti e spinte per guadagnare la posizione che si ritenga possa essere migliore.
Il record mondiale appartiene al keniota David Rudisha, 1’40”91, 9 agosto 2012, a Londra. Quello femminile è della cecoslovacca Jarmila Kratochvilova, 1’53”28, 26 luglio 1983, a Monaco di Baviera. I record mondiali indoor sono del danese Wilson Kipketer, 1’42”67 e della slovena Jolanda Ceplak, 1’55”82. Il record italiano maschile (che fu nel 1973 record mondiale) è… “tuttora” detenuto da Marcello Fiasconaro, 27 giugno, a Milano, all’Arena Civica. Quello femminile (anche questo… “ancora” in vigore…) è di Gabriella Dorio: 1’57”66, a Pisa, il 5 luglio 1980.
I record italiani, come abbiamo segnalato, sono molto datati, per cui anche per questo andiamoli a vedere, questi 800 m, tanto belli, ma tanto trascurati. Essi possono essere corsi anche dai podisti di lunga lena, fatta salva la loro integrità fisica, e possono costituire una valida alternativa agli allenamenti di routine. Naturalmente, il tipo di “lavoro” che si richiede nella preparazione di un 800 m è più di qualità che di quantità, con tutti gli annessi e connessi che il fatto comporta. Stiamo dicendo, ad esempio, che se dopo qualche giorno di allenamento si avvertono dei dolori alle gambe, è normale che accada: fare velocità, significa sottoporre le fibre muscolare ad un tipo di affaticamento che risulta più lungo da smaltire. Il “segreto” nella preparazione degli 800 m sta proprio nella velocità, o meglio, nella variazione di velocità, perché bisogna che il corpo impari un’ulteriore capacità di velocizzare il ritmo via via che si avvicina al traguardo. Per entrare più nello specifico, diremo che l’energia richiesta per correre gli 800 m arriva per il 70% dal meccanismo anaerobico lattacido e soltanto per un 30% da quello aerobico. Il buon ottocentista sarà colui che avrà bene allenata la capacità di essere veloce anche nel doppio giro di pista, che saprà produrre lattato in grado di metabolizzare.
Riportiamo un’ipotesi di allenamento settimanale di 6 giorni, ben sapendo che l’atleta amatore può allenarsi sempre in relazione alle sue disponibilità personali. Per ogni seduta di allenamento, s’intendo ovvi 20’ di corsa lenta (CL) di riscaldamento, per cui non si trascrivono:
Prima settimana – lunedì (1×2000), martedì (8×200, rec. 3’), mercoledì (30’ CM), giovedì (1×1000, rec. 5’+1×600, rec. 4’+1×500, rec. 8’+ 1×200), venerdì (40’ CL), sabato (rip.), domenica (40’ Progr.).
Seconda settimana – lunedì (4×1000, rec. 4’), martedì (40’ Progr.), mercoledì (40’ CL), giovedì (2×500, rec. 5’+2×400, rec. 3’+1×300, rec. 8’), venerdì (40’ CL), sabato (rip.), domenica (40’ CM).
Terza settimana – lunedì (1×200, rec. 5’+1×1000, rec. 4’+2×500, rec.3’), martedì (1h CL), mercoledì (30’ CM), giovedì (2×400, rec.5’+3×300, rec. 3’+1×200), venerdì (30’ CM), sabato (rip.) Domenica (40’ Progr.).
Quarta settimana – lunedì (1×400, rec. 5’+1×300, rec. 4’+1×200), martedì (40’ CL), mercoledì (30’ Progr.), giovedì (40’ CL), venerdì (40’ CL), sabato (rip.), domenica (gara).
Un ultimo consiglio, prima del… “cimento”. Provate gli 800 m con il vostro ritmo di corsa veloce, ma non velocissima: non dev’essere una ripetuta, ma quasi. Avrete così l’esatta dimensione del vostro ritmo da tenere nelle varie sedute di allenamento. E poi, ricordatevi (perché già lo sapete) che tutte le gare di corsa richiedono una… buona testa, oltre che delle buone gambe, che cioè dovete mettere in conto una certa capacità di sofferenza. Ma volete mettere? La soddisfazione di essersi misurati con sé stessi, di avere ottenuto un tempo su un percorso ufficiale e, non per fare rima, sentirsi veramente una persona un po’ speciale!