I blocchi di partenza
Uno degli attrezzi più trascurato nelle gare di atletica leggera, eppure sempre presente in certe gare, è il blocco di partenza, anzi per meglio dire, “i blocchi di partenza”; altra caratteristica che lo distingue dagli altri, detti solo al singolare… Facciamoci caso: abbiamo il martello, il disco, l’asta, il giavellotto. Ognuno di questi attrezzi è spesso osservato e analizzato, nella sua funzione e nella sua costituzione, perché “accompagna” l’atleta lungo tutto il corso del suo gesto, dall’inizio alla fine, essendone parte integrante. Però, non è giusto che i blocchi di partenza, “relegati” solo alla fase iniziale della gara, la partenza, non vengano mai menzionati. Per cui adesso ci vogliamo soffermare sui blocchi di partenza, soffermandoci sulla loro condizione costitutiva in generale, sia in ordine all’aspetto regolamentare che a quello materiale.
Dal punto di vista regolamentare, i blocchi di partenza sono contemplati dalla regola 161 (RTI), la quale recita testualmente: I blocchi di partenza devono essere usati per tutte le gare sino ai 400 metri inclusi (compresa la prima frazione delle staffette 4×100, 4×400) e non devono essere usati per nessuna altra corsa: a) Debbono essere costituiti interamente con materiale rigido e non debbono fornire agli atleti vantaggi illeciti; b) I blocchi debbono essere fissati alla pista da un certo numero di punte o chiodi, sistemati in modo tale da causare il minimo danno possibile alla pista. La loro sistemazione deve essere tale da consentire che possano essere rimossi facilmente e rapidamente. Inoltre servono per dare all’atleta velocità e rapidità nel momento della partenza; c) Un atleta può usare anche blocchi personali ma debbono essere conformi alle norme di regolamento.
Piccolo inciso di natura tecnica: perché, come si dice alla fine del punto b), i blocchi di partenza… “servono per dare all’atleta velocità e rapidità nel momento della partenza”? Perché nelle scuole di atletica, i tecnici insegnano che al momento della partenza si deve “spingere sui blocchi, per ottenere la reazione contraria di rimbalzo che causa lo scatto”. Detto questo, torniamo ai blocchi.
Nelle gare locali, provinciali e regionali solitamente si trovano blocchi semplici. Però, nelle gare internazionali, e in alcune gare nazionali, i blocchi sono diversi: l’appoggio del piede è molto più ampio; sono collegati a un dispositivo di falsa partenza (approvato ovviamente dalla IAAF), con dei sensori dinamometrici; sulla struttura a “T” è posizionato un altoparlante per ottenere a tutti gli atleti il segnale di falsa partenza. A proposito di falsa partenza, essa è ritenuta falsa con tempi di reazione inferiori a 1/10 di secondo. C’è da aggiungere che se i giudici decidono per la falsa partenza, l’atleta verrà squalificato (cartellino rosso). Se invece i giudici decidono che l’atleta si è soltanto mosso sui blocchi, l’atleta stesso verrà sanzionato con un’ammonizione (cartellino giallo), che se dovesse ripresentarsi una seconda volta sarà causa di squalifica.
Ma come sistemarli, questi blocchi di partenza? Vediamo un po’: 1) posizionare il fermapiede anteriore a circa 2 piedi dietro la linea di partenza; 2) posizionare il fermapiede posteriore a circa 3 piedi dietro la linea di partenza; 3) regolare i due fermapiedi, anteriore e posteriore, all’inclinazione più bassa possibile e senza differenze fra i due blocchi; 4) regolare ed adattare la posizione dei blocchi di partenza in base alle caratteristiche dell’atleta, a mano a mano che le sue caratteristiche fisiche si evolveranno (per i giovani) e le sue abilità miglioreranno.
Ai vostri posti…