La partenza dai blocchi nelle gare di velocità
Nelle gare di velocità riveste un ruolo importantissimo la fase della partenza che, se attuata in modo inefficace, può seriamente compromettere, data l’esiguità della distanza da percorrere, l’esito finale. Conviene dunque farla bene, la partenza, e approfondire le diverse componenti che la costituiscono ai fini di una prestazione ottimale.
La prima cosa da fare è la sistemazione dei blocchi, o meglio, l’atleta dovrà adeguare le caratteristiche antropometriche del suo corpo ai blocchi di partenza. A tale proposito, però, non esistono regole standard. Tuttavia, il piede della gamba che si ritiene essere la più forte va’ nel poggiapiedi anteriore, ovviamente sede iniziale della spinta, più o meno a una distanza tale che il ginocchio sfiori le braccia distese e in appoggio al suolo. Invece, il piede posteriore va’ posto più indietro, ad una distanza tale che il ginocchio poggiato a terra superi di circa 20 cm il piede dell’arto opposto.
Essenzialmente, la partenza dai blocchi non è altro che il passaggio dalla posizione “raccolta” a quella “eretta”. In questi pochissimi determinanti secondi l’atleta deve uscire dai blocchi il più rapidamente possibile (quello che si chiama “tempo di reazione”), cercando di effettuare i gesti corretti per potere cominciare a sviluppare la massima velocità.
Riguardo al come si debbano posizionare i due piedi sui blocchi di partenza, lo abbiamo già detto, non c’è una regola precisa, ma generalmente si consiglia di posizionare il piede anteriore a due piedi dalla linea di partenza e quello posteriore a tre piedi. Mentre per i poggiapiedi la regola si fa’ più accurata, in quanto quello anteriore dovrà avere un’inclinazione minore ( 50°) rispetto a quello posteriore (70°), dovendo i blocchi di partenza “alloggiare” i due piedi per e con differente modalità. A proposito di opportuna posizione da assumere, quando l’atleta si solleva, i muscoli devono essere al massimo della tensione (contrazione isometrica), perché in questa posizione la distanza dell’arto inferiore possa produrre l’innalzamento del bacino. In questo preciso momento le spalle si porteranno inevitabilmente un poco più avanti della linea di partenza, restando più basse rispetto alla linea del bacino e la testa sarà perpendicolare al terreno, con lo sguardo rivolto in avanti.
Siamo alla partenza, al momento in cui il giudice allerta gli atleti: “Ai vostri posti…”. In questo momento, il piede anteriore dell’atleta si posiziona a circa due piedi dalla linea di partenza e quello posteriore, come sopra descritto (in posizione carponi), con le spalle in avanti, le braccia parallele e distese a sfiorare il ginocchio della gamba avanti e poggiando le mani al suolo con i pollici e gli indici aperti.
Il giudice prosegue con il protocollo: “Pronti…”. L’atleta solleva il bacino, schiacciando entrambi i talloni verso il basso; l’arto inferiore avrà un angolo tra gamba e coscia di circa 90° e quello posteriore di circa 135°; il busto non salirà subito, ma seguirà una linea quasi parallela al terreno per allinearsi poi, onde consentire in maniera progressiva il passaggio dalla posizione raccolta a quella lanciata.
Nello stesso istante in cui ci sarà lo sparo dello starter, dovrà verificarsi una reazione elastica del piede posteriore, ma soprattutto dovrà esserci automaticamente l’esplosione della fascia propulsiva del piede anteriore nell’atto della distensione. Infatti, l’arto dovrà distendersi completamente per utilizzare tutta la spinta possibile, disponendosi in linea con il busto. Appena uscito dai blocchi di partenza, l’atleta produrrà grandi spinte per vincere l’inerzia determinata dallo stato di fermo. Il tempo di appoggio del primo passo, ovviamente, sarà più lungo dei successivi, durante i quali si verificherà il naturale e progressivo aumento della velocità. In questa fase, è bene che le ginocchia siano più alte possibili, per aumentare la forza della spinta dei piedi e del conseguente rimbalzo in avanti che produrranno; il busto sarà naturalmente inclinato in avanti, quasi in parallelo con il terreno, in linea con l’arto disteso in posizione aerodinamica.
Ma…, mentre leggiamo, l’atleta è già al centro della pista…!