Qual è il migliore allenatore?
La buona notizia (o la cattiva, fate voi) è che non esiste un “migliore allenatore”, che cioè qualcuno che si stacchi da altri per competenza ed efficacia. A parte il fatto che ognuno è allenatore di sé stesso, non esiste in assoluto una tipologia di allenatore ben definita dalla quale scindere caratteristiche riproducibili e classificabili, a causa della vasta gamma di podisti e delle loro richieste ed esigenze che sono e possono essere le più disparate.
Prendiamo il caso di chi si avvicina alla corsa per la prima volta. Lungi da lui, o da lei, l’idea di rivolgersi ad un allenatore; nella primissima fase dell’esperienza da runner prevale l’obiettivo di riuscire a correre un determinato numero di km tutti in una volta, non certamente quello di correre quello stesso percorso in un numero di minuti progressivamente ridotto fino… a stabilire un qualche record. Il problema, l’esigenza, la ricerca nasce quando il/la podista raggiunge una discreta consapevolezza dei propri mezzi e un conseguente e giustificato desiderio di migliorarli.
Stiamo affermando, in altri termini, che il primo tipo di allenatore siamo “noi stessi”, in modo del tutto spontaneo, in una naturalezza che ci deve far riflettere nel prosieguo di tutta quanta la nostra attività. Ogni nostra esperienza dovrà essere registrata con assoluta fedeltà e sincerità, ogni singola situazione dovrà costituire il tassello da aggiungere al nostro mosaico fino a conseguire una certa “padronanza della materia” indirizzata alla migliore conoscenza di noi stessi e delle nostre effettive potenzialità.
Proseguendo in questa specie di percorso iniziale per il/la podista, troviamo un altro tipico iniziale allenatore, che possiamo definire “compagno/a di allenamento”. E’ infatti “impensabile pensare” che si cominci a correre senza una compagnia, spesso preferita ad altra, sia per semplice simpatia, sia per affinità, sia perché si individua nell’altro/a una maggiore competenza. Questa è la fase più bella per qualsiasi podista che inizi a correre: è tutto uno scoprire (persone e mondi…), che induce a scoprire la meraviglia della corsa. In questo periodo, che si ricorderà sempre con affetto, si impereranno i rudimenti della corsa e si conseguiranno le prime gioie, insieme ai primi risultati.
I problemi, diciamo così, sorgono quando il livello amatoriale raggiunto pone il/la podista sotto l’attenzione generale. E’ il momento di un tipo di “allenatore esperto” che, a pensarci bene, era logico aspettarsi che… uscisse allo scoperto. Frasi del tipo “potresti fare molto meglio…”, “tu hai delle incredibili capacità che se coltivate…”, eccetera eccetera, si sentiranno sicuramente. Ciò avviene, perché il popolo dei podisti è generoso e altruista ed ognuno che ha raggiunto un grado di maturità che ritiene considerevole è come se sentisse un impulso a trasferire il suo sapere a chi ne ha bisogno. Questo tipo di allenatore tende, però, a non allontanarsi troppo dal suo standard, a cui ovviamente è abituato, per cui il/la podista dovrà accogliere i suoi suggerimenti con simpatia, ma non con abnegazione assoluta. Sarà lo stesso allenatore, se veramente saggio ed esperto, a consigliarle di non trascurare mai le sue effettive caratteristiche e capacità, inserendole in un contesto di programma di allenamento che sia flessibile e non rigido.
L’ultimo tipo di allenatore, ultimo perché irraggiungibile, è quello che appare in TV, o sulle riviste specializzate, e che potremmo definire il “grande tecnico”. Egli è un professionista troppo impegnato ad allenare gli atleti a livello nazionale, a presiedere qualche convegno-studi, eccetera. Sarà meglio non disturbarlo con delle richieste fossero anche delle semplici tabelle. Potrebbe pure fornirvele, per carità, perché è persona squisita ed ha in simpatia gli appassionati di quello che è il suo lavoro e la sua passione. Ma non potrà mai entrare nel vostro specifico, veramente, come ogni buon allenatore deve poter fare. Meglio che siate voi a “seguirlo”, e non viceversa, aggiornandovi continuamente sulle sue pubblicazioni e su ciò che afferma nelle apparizioni televisive che lo coinvolgono. Non sarà un “allenatore virtuale”, sarà comunque un “allenatore sostanziale”, perché vi accompagnerà con i suoi consigli per tutto il tempo che vorrete.