Le medaglie olimpiche: oro, argento e bronzo
Uno dei simboli più significativi ed emozionanti dei Giochi Olimpici è la medaglia. Conquistare una medaglia ai Giochi Olimpici è stata sempre una soddisfazione immensa, il risultato finale di un quadriennale lavoro di preparazione, di tantissimi sacrifici e rinunce pur di raggiungere, forse, la più grande vittoria che uno sportivo possa conseguire. La medaglia attesta, certifica, documenta questa condizione di eccellenza che fa’ entrare di diritto nella Storia.
A proposito di storia (conoscete la nostra inclinazione…), come tutti sappiamo, è stato sempre così, nei Giochi Olimpici; cioè, si tributavano onori prestigiosi ai vincitori. I vincitori ad Olimpia, nell’antica Grecia ovviamente, ricevevano corone di alloro e potevano anche aspettarsi l’erezione della loro statua nei pressi di quella di Zeus, il che è tutto dire. Essi venivano celebrati dalla loro città di provenienza anche con un mantenimento (oggi si direbbe un “vitalizio”) per tutto il resto della loro vita. Oltre al fatto che venivano dedicati loro gli “epinici”, un canto corale in versi di vittoria che, commissionato da parenti o da amici, venivano cantati in coro nel corso di banchetti solenni. Però, attenzione, di medaglie non ci sono tracce…
La medaglia nasce in epoca romana allorché, come racconta Polibio, i comandanti degli eserciti, per infondere coraggio ai loro soldati, ne premiavano alcuni, in pubblico, mediante consegna di un riconoscimento visibile a tutti, anche quando avessero fatto ritorno alle loro case. La medaglia, agli inizi, era poco più di una borchia metallica. Poi col tempo, cominciarono a forgiarsi le medaglie in gran numero, tanto da rappresentare un elemento caratterizzante le attestazioni di merito, non solo militare. La parola medaglia deriva, per l’appunto, dal latino: medalia, medius = “mezzo” (inteso come strumento di attestazione). Fu in epoca rinascimentale che la medaglia ebbe una vera e propria impennata, tanto da diventare per i sovrani di allora un segno distintivo indispensabile della loro potenza. Maestro “medaglista” indiscusso fu Pisanello che portò la medaglia ad essere una vera e propria forma d’arte, lui che era un bravissimo pittore, connotandola con i suoi canoni caratteristici che ancora oggi si conservano nella fabbricazione (forse è meglio dire conio) della medaglia.
La medaglia è composta da due parti, il dritto (su cui appare l’immagine principale) e il rovescio (che mette in rilievo un’immagine del personaggio o dell’argomento, ma in modo meno vistoso). Da qui anche il famoso detto, “ il rovescio della medaglia”, per dire che ogni cosa ha sempre un secondo aspetto.
La pratica dell’assegnazione delle medaglie ai vincitori ai Giochi Olimpici esiste dal 1908, quando l’Olimpiade ebbe luogo a Londra. In precedenza (1896) erano previste medaglie solamente ai primi due posti. Questo per la cronaca. Ma chi è che decide in merito alle medaglie olimpiche? Ogni edizione dei Giochi assegna una sua medaglia, di solito realizzata da un riconosciuto artista locale su commissione del Comitato Organizzatore. Su di un lato delle medaglie olimpiche sono comunque raffigurati lo stadio “panatenaico” e il simbolo della “vittoria alata”; il primo, era lo stadio, letteralmente, di “tutti gli ateniesi” (la dea Atena proteggeva i Giochi); mentre il secondo era la dea Nyke, la dea della vittoria.
Che una “pioggia” di medaglie, di qualsiasi colore, “inondi” la nostra Italia!