Scendere le scale nel podismo
Anche nel podismo valgono i vecchi detti, però questi spesso assumono un significato particolare quando li si vuole applicare in concreto. Prendiamo il caso del classico “la vita è fatta a scale, c’è chi scende e c’è chi sale”. Nel podismo vale soprattutto “il salire le scale”, a causa degli ottimi allenamenti anaerobici che l’azione comporta; però va’ a finire che anche “lo scendere le scale”, assume una rilevanza particolare, che in questa sede si vuole sottolineare.
Infatti, sappiamo tutto del “salire le scale”, della fatica che si compie, della sollecitazione cardiaca che si avverte, del potenziamento alle gambe che si effettua, dell’opportunità di svolgere tale allenamento non più di una volta a settimana. Sappiamo anche che salire le scale, o meglio, lo scalino, è usato quale ottima strumentazione nel caso della visita medica per l’attestazione all’idoneità della pratica agonistica. A parte tutta la… vasta letteratura in materia, circa il correre in salita e l’inebriante sensazione che il farlo comporta. Sembra quasi che lo scendere le scale non serva. Eppure, esiste una circostanza in cui per il podista è utile in un certo senso scendere le scale. E’ la classica e malaugurata situazione in cui il podista è stato fermo per un infortunio. Egli, dopo la terapia a cui si sarà sicuramente e scrupolosamente sottoposto, se vorrà verificare le sue reali condizioni, dovrà scendere le scale. In tale frangente, avrà l’esatta cognizione del suo stato, perché a differenza della salita delle scale, ove il piede in effetti si appoggia, e basta, nella discesa grava su di lui tutto il peso del corpo, parte infortunata compresa. Mentre cioè in salita… la cosa si può anche “camuffare”, “limitare”, “arrangiare”…, in discesa è impossibile “fingere”…, tutto viene subito al sodo…
Prendiamo l’esempio di un podista che abbia subito una contrattura al polpaccio… Una volta sottopostosi alla terapia del caso e trascorsi i previsti giorni di riposo, nel caso volesse verificare l’avvenuta o meno guarigione, deve, ripetiamo, “deve” scendere le scale. Se il farlo avviene, diciamo così, senza impedimenti, con naturalezza, allora può pensare di avere risolto… e di cominciare la convalescenza (vale a dire un graduale ritorno alla normalità). In fondo, scendere le scale è una cosa facile…, se non si è in grado di farlo “facilmente”…, qualcosa ancora non va’….