Per un digiuno intelligente (e salutare)
L’organismo umano è programmato per svolgere le sue funzioni mediante il contributo di sostanze esterne quali l’aria e gli alimenti. E’ una considerazione talmente ovvia che spesso non ci badiamo più, dandola per scontata, come se occupandocene potessimo dare l’impressione di perdere del tempo. E invece no, qualcosa ad onor del vero va’ detto, a proposito dell’alimentazione, almeno per quel che riguarda una persona che pratica uno sport di fondo come, guarda caso, può essere un podista. Cosa sia questa cosa è presto detto: l’opportunità, a volte, del digiuno.
Ai podisti, specialmente a quelli “mattutini”, viene spesso posto il dilemma se convenga uscire senza prima aver mangiato. Ma qui si vuole affrontare un’altra questione: se sia meglio oppure no programmare un digiuno temporaneo e limitato magari ad un paio di giorni in un arco temporale molto ampio, diciamo anche una volta ogni sei mesi. In effetti, il digiuno opera una “pausa” per il nostro organismo, consentendogli un recupero funzionale altrimenti difficilmente praticabile. Dopo tanti mesi di “lavori”, più o meno impegnativi, km e km “macinati” che hanno messo a dura prova tutte le nostre funzioni organiche, a ben pensare, si dovrebbe consentire al corpo una forma di ripristino, di recupero. Il podista, quando ne sente il bisogno, riposa; ma l’apparato digerente… quando lo fa’? Dovremmo sempre tenere in mente che il digiuno in realtà è il mezzo che la nostra natura mette in opera per liberare il corpo dai tessuti diciamo pure “malati”, nei quali cioè si sono accumulati le scorie e le tossine che le nostre corse hanno generato. E’ come se noi si lavasse l’automobile, dopo averla usata per molto tempo.
Se andiamo ad analizzare e ad elencare i benefici del digiuno, troviamo che aumenta l’energia (si sono “ricaricate” le pile) e quindi incrementa l’efficacia del sistema immunitario, disintossica il fegato, riduce il livello del colesterolo, previene il diabete, migliora le funzioni intestinali, in modo ovvio fa’ perdere peso, ma migliora anche le funzioni cerebrali, per una forma di ripercussione salutare generale che parte dal cervello e si ripercuote sull’intero organismo, nonché sull’umore della persona. Essenzialmente, tutte queste cose avvengono, perché nel caso del digiuno si verifica una diminuzione delle scorte di glicogeno epatico, per cui la maggior parte dei tessuti (muscoli, cuore, eccetera) tende inevitabilmente ad utilizzare gli acidi grassi, ovviamente per risparmiare glicogeno il quale, proprio in virtù del digiuno in atto, comincia ad essere insufficiente.
Quindi, possiamo affermare che un digiuno di un paio di giorni alla fine di un lungo periodo di allenamenti stressanti, consente all’organismo di disintossicarsi. Ovviamente, si dovrà mangiare pur qualcosa, ma a base di frutta e verdura, come suggerisce questo semplice schema:
colazione – yogurt;
spuntino – un frutto;
pranzo – verdure fresche, un po’ di carne bianca, o pesce, o ricotta, o stracchino;
cena – passato di verdura, legumi, un frutto.
Come si vede, non si propone un digiuno “assoluto”. In fondo, anche nel paio di giorni nei quali si vuole far “disintossicare” il proprio corpo, si deve correre….