Quel dolore muscolare durante il sonno
Vi è mai capitato, durante il sonno notturno, di muovermi e di avvertire un dolore lancinante alla gamba o alla coscia? Sì? Un dolore che oltre a svegliarvi vi costringe a non urlare, per non spaventare chi dorme in casa? Molte volte? Di rado? Vediamo di che si tratta…
Tale fenomeno, con termine specifico, si chiama “spasmo”, ed è anche detto… con maggiore precisione, “contrazione muscolare involontaria”, perché poi, in effetti, di questo si tratta… di un improvviso “aggrovigliamento” delle fibre muscolari, che sembrano manovrate da una mano misteriosa la quale, sia pure in condizione di assoluta stasi motoria, mette a sconquasso tutta la parte interessata, coscia e polpaccio soprattutto.
L’origine della contrazione muscolare notturna è varia, ma è sicuramente dovuta a un calo di sali minerali presenti nell’organismo. Quindi, può essere dovuta ad un’eccessiva sudorazione, ad una mancata ed inopportuna idratazione durante i mesi caldi e uno squilibrio di magnesio, di potassio, di calcio e di vitamine. Un ruolo di primo piano gioca naturalmente la stanchezza. Soffermiamoci su quest’ultimo punto. Quando i muscoli vanno in sofferenza, come nel caso di un allenamento che richiede uno sforzo importante, non viene adeguatamente smaltito l’acido lattico prodotto, perché il muscolo è stanco, cioè è carente di sangue e di acqua, elementi che hanno proprio il compito fisiologico di smaltire le tossine di acido lattico formatosi. Potrebbe esserci, in verità, anche un’altra ragione alla base dello scatenamento della contrazione involontaria, o spasmo che dir si voglia, anche se però non tutta la letteratura medica è concorde al riguardo. Alcuni ritengono possa trattarsi del sintomo della “sindrome delle gambe senza riposo”, una situazione che colpisce il soggetto in una fase di assoluto relax, come può essere per l’appunto il sonno notturno. Sembra che questa eventualità possa essere determinata da una carenza di ferro dovuta a un’anemia latente, intervenendo sulla quale si potrebbe risolvere il problema.
Ora, bisognerebbe soffermarsi sui rimedi, una volta riscontrata una certa periodicità del problema. Però, prima di ogni altra cosa, vorremmo “correre” in soccorso del malcapitato podista che, nel cuore della notte, si trova a dovere fronteggiare il malanno in questione. Egli non sa e non vuole sapere nulla di accademico, di scientifico… Ha un problema, e grosso, da risolvere…, e lo deve risolvere immediatamente. Il dolore è talmente lancinante che non ha nemmeno il tempo e la forza per pensare! Ecco, se non è la prima volta che gli càpita, deve cercare di tendere la parte colpita dalla contrazione come nella classica situazione, che avrà sicuramente già provato in passato, di un crampo. Se fosse al polpaccio, ad esempio, dovrebbe tendere la gamba fino al punto che le dita del piede siano dirette verso il proprio mento. Facendo così, otterrà che l’intera gamba non ceda al ripiegamento del muscolo, consentendogli una graduale ripresa della tonicità. Solo in questo modo, trascorsi pochi interminabili secondi, il dolore cesserà, lasciando soltanto un certo indolenzimento. Non si saranno verificate lesioni muscolari, prova ne sarà il fatto che nessuna ecchimosi si formerà. E, forse, si riuscirà perfino a riprendere sonno…
Ma, in concreto, quali rimedi si possono consigliare? Per tutto quello che è stato detto, un’attenta alimentazione, che non escluda affatto, anzi che includa, cibi che contengano calcio, magnesio, potassio e una certa varietà di vitamine, oltre ad una consistente quantità di acqua. Contemporaneamente, durante la giornata trovare 15’ minuti da dedicare ai classici esercizi per cosce e polpacci, quelli che ogni podista conosce bene e che a volte finge di dimenticare, o di non avere tempo a disposizione per svolgerli.
Ovviamente, se il problema persiste, sarà meglio approfondire….