Intervista a Luigi Avallone
Vita da triatleta
Tutti hanno degli amici, alcuni veramente molto cari e affezionati, con i quali è piacevole stare in compagnia. Ma cos’è un amico? Diceva Antoine de Saint Exupery, l’autore de “Il piccolo principe”: “L’amico è la persona di fronte alla quale puoi pensare ad alta voce.” E noi, incredibile a dirsi, abbiamo un amico così. E, ancora più incredibile, guardate la fortuna che abbiamo, questo nostro amico pratica il triathlon. Quale migliore occasione ci si presenta, per colmare una nostra lacuna personale…, conoscere meglio questo sport che al cui solo pensarlo tremano muscoli e cervello. Adesso lo chiediamo a lui e tutto ci sarà più chiaro e meno spaventoso.
L’amico si chiama Luigi Avallone, della società Podistica Vesuviana. Attualmente, è della categoria M70, essendo nato nel 1947.
- Sicuramente, hai cominciato prima a correre, poi a fare tutto il resto. Ricordo, e anche tu ricordi perché ne abbiamo parlato di recente, la prima volta che corremmo lungo quel percorso di 3 km insieme a tuo figlio poco più che bambino. Fu quella la prima volta?
- Una delle primissime. Intorno casa mia c’era quel percorso e ogni tanto uscivo con mio figlio, per non restare sempre chiuso in casa. E’ stato molto, molto tempo fa…
- Ricordiamo anche la tua passione per il mare, nonché la tua capacità di subacqueo. Ma quando hai cominciato ad andare in bicicletta? Cioè, raccontaci i tuoi inizi sportivi, magari cronologicamente, distinguendoli per disciplina.
- Debbo risalire nel tempo almeno al 2010, a quando cioè mi convinsi a vendere la barca e a quando, per coprire il mio tempo libero, comprai una bici. In effetti, cominciò così questa mia nuova passione. Mi accorsi, però, che andare in bici durante il periodo invernale non è affatto facile e come conseguenza, d’accordo con i miei amici ciclisti, mi decisi a frequentare le corse podistiche su strada. Mi parve subito un’ottima soluzione, da prendere anche in considerazione non soltanto nel periodo invernale, vista l’ottima opportunità di fare sport quasi tutte le domeniche. E poi, sai come succede…, da cosa nasce cosa…, conosci altri amici, ti diverti, ampli le tue conoscenze e i tuoi orizzonti… Avvenne che alcuni amici podisti c’invitarono a partecipare ad una gara di triathlon a Sapri. Decidemmo di andarci, con l’unico obiettivo di divertirci e basta. Ma successe una cosa che non mi sarei mai aspettato. Dopo la gara, mentre stavamo ancora a ridere e a scherzare sotto al palco delle premiazioni, fecero il mio nome. Pensai ad uno sfottò e feci finta di niente: mi dovettero portare di forza sul palco a ritirare il premio come primo di categoria! Dopo qualche settimana, mi consegnarono il tesserino dell’Ermes Campania Triathlon, prendendomi in squadra. Da allora ne faccio parte, divertendomi un sacco…, anche se alterno le sconfitte alle vittorie. Ma la gioia che mi da’ il partecipare alle gare di triathlon è una vittoria costante.
- In te, quindi, esistono tre “anime”, dette in ordine alfabetico: ciclista, nuotatore e podista. Dimmi le tue sensazioni al riguardo e dove trovi le maggiori difficoltà.
- Sembrerà strano, visti i miei trascorsi, ma il mio problema è il mare: esco quasi sempre per ultimo dall’acqua e dopo deve farmi in quattro per recuperare. Che io poi ci riesca quasi sempre, non sposta la difficoltà, che a volte mi appare proprio come una grave lacuna tecnica che dovrei assolutamente colmare. Dovrei insistere con gli allenamenti in piscina, io credo. Ma, come si dice, il tempo è tiranno…
- Qual è la metodica dei tuoi allenamenti? Dev’essere una cosa molto particolare, immagino. E poi, per quanto riguarda l’abbigliamento, i problemi aumenteranno, suppongo.
- Certo, una bici costa molto di più di una scarpetta da running… Ma il problema non è solo questo, perché il problema vero è costituito dagli allenamenti, soprattutto per chi lavora, cioè praticamente per tutti i triatleti. Ogni singola disciplina necessita di un allenamento specifico e la muscolatura interessata, insieme a tutte le altre parti dell’organismo, non possono non risentirne. Ragione per cui, è meglio alternare i tipi di allenamento. Di solito si fa’ così. Ad esempio, lunedì nuoto, martedì podismo, mercoledì ciclismo, e così via, non trascurando 1 o 2 giorni di riposo a settimana, a seconda delle necessità e possibilità personali.
- Per partecipare ad una gara di triathlon, bisogna prima iscriversi ad una federazione, se non sbaglio alla FITRI. Ma poi, in gara, quali situazioni bisogna affrontare e superare?
- Sì, la FITRI è la federazione nazionale del triathlon. In gara…, quali situazioni particolari… Se non si partecipa a una qualche gara, non si può veramente capire. Prendiamo il caso della cosiddetta “zona cambio”, il luogo dove vengono posizionate le bici che accolgono i triatleti dopo la frazione di nuoto. E’ meglio posizionare prima sui pedali le scarpe, così da risparmiare secondi preziosi per il tratto successivo. Comunque, ripeto, è l’esperienza che è determinante.
- Avete, voi triatleti, i superman dello sport, un calendario nazionale delle gare? E come è possibile praticare il triathlon d’inverno?
- Sì, basta andare in rete. Oggi in rete si fa’ veramente tutto… C’è il Duathlon di Sorrento (dove non c’è la frazione di bici), l’ ”Acqua Tion” (5 km di corsa + 1 km di nuoto + 2,5 km di corsa). Esiste il Triathlon Sprint, adatto per chi inizia (800 m di nuoto + 20 km di bici + 5 km di corsa). Per quanto riguarda il “classico”, quello riconosciuto a livello olimpico, c’è per l’appunto l’ “Olimpico” (1,500 km di nuoto + 40 km di bici + 10 km di corsa. Esiste anche il “Mezzo Airon Man” (2 km di nuoto + 90 km di bici + 2,5 km di corsa); mentre l’Airon in senso mondiale è ancora più “airon” (3,800 km di nuoto + 10 km di bici + una intera maratona, cioè 42,195 km)!
- In Campania si svolgono gare di triathlon? Quanti atleti vi partecipano e chi sono i “nomi” che circolano più frequentemente nell’ambiente?
- Alessandro Fabien, padovano, è il campione italiano di triathlon. Ma io ritengo campioni tutti coloro che praticano questa disciplina, soprattutto quelli che lo fanno dopo il loro orario di lavoro. I miei idoli, al riguardo, sono Angelo Giamundo e Massimo Canora, in grado di effettuare tempi intorno alle 12 ore nell’ Airon Man, cosa che ha dell’incredibile!
- Qual è stata la tua più bella gara di triathlon? Quella che ti piace sempre ricordare e che pensi possa costituire un incentivo per quanti volessero cimentarsi in questa faticosa, ma bella disciplina sportiva?
- La mia gara più bella? E’ il “Mezzo Airon Man”, che si è svolta a Sapri nel 2015: una gara bellissima, sotto tutti i punti di vista (nonostante io non abbia vinto, perché vi arrivai senza un adeguato allenamento).
- Cosa ti senti di dire a chi ti legge e che ha una visione incompleta del triathlon?
- Fatelo, e poi mi ringrazierete!
N.B. Luigi Avallone è quello coi baffi al centro della foto.
Gli amici si trovano ai piedi del monte Taburno.