Correre a digiuno
Qualcuno ci chiede se non è meglio, per dimagrire, correre a digiuno. Sulla carta, come si suol dire, è così: se la corsa fa’ dimagrire se si è mangiato qualcosa, figuriamoci se non si è mangiato affatto. Ma bisogna chiarire meglio il concetto e la situazione, altrimenti “corriamo” il rischio di essere scambiati contraddittori per tutte le volte che ci siamo espressi in maniera diversa, e cioè che prima di metterci in moto è meglio ingerire qualche alimento, magari in dosi minime, se non altro per non affaticare subito il fegato, che sarebbe costretto a bruciare energie senza averle in precedenza incamerate. In un certo senso, sarebbe come prendere la macchina dal garage, pur sapendo che il serbatoio è vuoto…
Ripetiamo l’argomento, se correre a digiuno, ai fini del ricercato dimagrimento, sia da privilegiare. Poiché è molto facile che la questione si presenti di prima mattina, quando… “lo stomaco non vuole niente…” Cominciamo col dire che l’allenamento svolto all’alba senza aver fatto una sia pur minima colazione ha lo scopo di stimolare l’organismo del podista a “bruciare” le riserve di grasso invece di quelle del glicogeno, quindi dei carboidrati. I grassi, o per meglio dire gli acidi grassi, sono un gran patrimonio energetico con più del doppio delle calorie rispetto ai carboidrati e alle proteine. Per avere maggiore autonomia, il podista di fondo dovrebbe essere in grado di lavorare, per rifarci all’esempio dell’automobile, con un tipo di carburante più redditizio, quasi fosse un motore diesel che usa gasolio. D’altronde, i carboidrati vengono assimilati e consumati più facilmente, come la benzina super per il motore a scoppio.
Chiaramente, il podista impegnato in un allenamento aerobico, quale quasi sempre è quello che si effettua di prima mattina, ha la tendenza a bruciare grassi, quindi può ottenere vantaggi se ha anche qualche “chiletto” da perdere, o che non cominci a formarsi, se si è reduci da qualche impedimento (salute o infortunio). Però, a questo punto, il podista stesso non deve comunque esagerare… E’ vero che abbinare l’attività lenta mattutina, a bassi regimi di frequenza cardiaca, con il digiuno assoluto potenzia il sistema di consumo dei grassi e migliora senza alcun dubbio la situazione che riguarda il peso corporeo, ma potrebbe derivarne per lui la controindicazione sia dell’affaticamento epatico sia della mancanza di forza nel prosieguo dell’esercizio fisico in grado di indurre una certa svogliatezza tale da determinare perfino la decisione di interrompere anzitempo l’allenamento.
Meglio farebbe il podista in questione ad alimentarsi con qualcosa di limitato, anche con qualche sorso d’acqua, un solo frollino e un caffè condito con un cucchiaino di miele, ad esempio, così da non “offendere” il fegato ed affrontare “degnamente” almeno il breve periodo del riscaldamento, che, soprattutto durante le albe fredde dei mesi invernali, appare una soluzione la più indicata… per il nostro povero organismo che… “abbiamo buttato giù dal letto”.