Situazione di gara: correndo, se i km non sono segnati bene

In una classica gara domenicale di 10 km, può capitare , dopo un 7-8’ km dalla partenza, che il podista abbia chiara la percezione che i km non siano segnati bene, che siano in realtà o più lunghi o più corti. Ovviamente, la stessa cosa può capitare in una Mezza o in una Maratona, ma l’esiguità dei km di una 10, può destare nel podista una qualche apprensione, o una certa perplessità, dal momento che si mette a repentaglio la regolarità della sua corsa e l’eventuale recupero della prestazione ottimale per la quale si erano svolti determinati allenamenti. Insomma, che fare?        

La situazione può essere risolta, anzi affrontata, a ragione della tipologia del podista stesso. Infatti, se ci troviamo al cospetto di un atleta di elite, il problema quasi non si pone, perché il podista sa perfettamente a quando sta “viaggiando” e non ha tanto bisogno di “strumenti collaterali” che lo accompagnino nello sforzo. Più problematico, invece, è il caso della vasta schiera di podisti anche di buon livello i quali sono abituati, anche e soprattutto in allenamento, ai loro percorsi soliti, con i km rigorosamente segnati (a volte anche misure minori, per prove ripetute corte). Fra costoro, si devono contemplare i vari podisti che si “battono” nelle varie categorie master di appartenenza, molti dei quali sembrano aver stretto un… patto di non belligeranza con l’anagrafe, agguerriti e preparati come sono, agonisti nel senso più buono e tecnico della parola. Ancora più vasta a dire il vero è la schiera di coloro che invece si propongono lo scopo di tagliare il traguardo, certo nel minor tempo possibile, ma che non se ne fanno una ragione di primaria importanza se qualche chilometro risulta sfasato. E’ chiaro quindi che bisogna concentrarsi, per poter dare qualche consiglio, ai podisti che vorremmo definire di seconda fascia; quelli di buon livello, sia per abilità specifiche (leggi “cronometriche”) sia per capacità di primeggiare nelle varie categorie master.

I podisti di buon livello, tanto per capirci, quelli che scendono tranquillamente i 4’ al km, non hanno soverchie difficoltà ad affrontare un’evenienza simile. Essi, adusi ad allenamenti molto rigorosi e precisi, magari con alle spalle moltissime gare, non badano poi più di tanto a qualche metro di differenza; soprattutto se hanno in passato maturato esperienze di gare su pista (vera e propria fucina per affinare le competenze podistiche). Anzi, appurata la “variabile impazzita”, non ne terranno in gran conto, fidando sul proprio passo, che li porterà comunque al traguardo nel tempo che avranno avuto la pazienza e la determinazione di preparare in precedenza, secondo più secondo meno. Potrà essere di “conforto” il riconoscere affianco qualche amico podista con le stesse e riconosciute capacità cronometriche, ma anche questo particolare non sarà decisivo; diciamo che sarà “orientativo”.

Diverso il caso dei podisti master che solitamente concorrono per primeggiare nelle rispettive categorie di appartenenza. Qui, come si intuisce, il numero dei podisti si assottiglia enormemente. Per certi versi, è anche un bene, perché non si perde la concentrazione: basta “controllare” solo qualche amico… Si tratterà allora di correre non soltanto col proprio passo, ma anche con quello degli altri, se così si può dire; cioè, si può effettuare una condotta di gara “tattica”, alternando magari il ritmo di corsa per scoraggiare gli avversari, o perfino mettersi poco dietro di loro per batterli nel finale, nel caso si conoscano le caratteristiche proprie e i limiti altrui.

 

 

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