Situazione di gara: quella voglia di fermarsi
Gli amici podisti di Face Book mi sono spesso… fonte di ispirazione. I fatti che raccontano, i casi particolari, le emozioni e tutto il resto, sono i fatti, i casi e le emozioni che attraversano la mia stessa vita podistica; e il partecipare ai commenti su di uno spazio tutto mio, come questo sul quale sto scrivendo, non è altro che un mezzo affinché io possa abbracciarli tutti e approfondire un argomento verso il quale sento una vera e propria trasposizione. Quante volte ho avvertito, come Susy Giocondo segnala, il desiderio di fermarmi nel bel mezzo di una gara per la sopravvenuta sensazione di non potercela più fare a causa della stanchezza… Praticamente, tutte le volte…!
Avviene a tutti. Si parte con l’adrenalina a mille, si percorrono alcuni chilometri (di solito, la metà circa della gara in questione) e si sente un qualcosa fra l’ansia e la fatica che ci fa’ sembrare di essere quasi al limite delle nostre possibilità fisiche. E’ in questo preciso momento che pensiamo di doverci fermare…, un momento che dura una cinquantina di metri… Come ci si dovrebbe comportare? Quali accorgimenti adottare per non… cedere alla tentazione? Fermo restando che nessun podista si ferma, mai…, e che questa situazione, il superamento della difficoltà, è la precisa connotazione dell’essenza stessa del podista, soffermiamoci sui vari “espedienti” che si possono mettere in pratica per “soprassedere”.
Prendiamo a modello una classica 10 km… Abbiamo detto che la “crisi”, chiamiamola pure così, capita intorno alla metà della gara, cioè verso il 5° km. E prendiamo anche il caso del podista medio che corra in gara al ritmo di 4’ al km. Bene, egli sentirà la difficoltà intorno ai 20’ di corsa. Gli basterà pensare che deve resistere per una ventina di minuti, che rapportati ai 40’ sono una bazzecola, per sentirsi “alleviato”. Anzi, via via che passano i restanti km, i minuti da “sopportare” si ridurranno ulteriormente. A tale proposito, un altro accorgimento utile al podista in difficoltà, è quello di pensare all’insorgere della crisi…, all’ultimo km…! Egli sa per esperienza che alla sola vista del traguardo, o della segnalazione del 9° km, gli torneranno tutte le energie in un sol colpo!
Ma se questi si possono definire espedienti positivi, ne esistono altri di stampo negativo che pure possono servire allo scopo di non fermarsi. E’ il caso, sentito come una vergogna, di fermarsi e di non portare a termine la gara; non soltanto per la “brutta figura” che si farebbe con gli amici, ma soprattutto con se stesso, con il grado di autostima che comincerebbe a scemare non poco… Altro accorgimento negativo, che si può volgere però in positivo, può annoverarsi senz’altro il dover attendere l’ambulanza, per essere portato all’arrivo e al raggiungimento della borsa personale: si renderebbe necessario attendere lungamente l’automezzo (che notoriamente segue la coda del gruppo) e di lasciarsi asciugare addosso gli indumenti del completino gara. Si pensa…, “tanto vale allora continuare, anche se si rallenta…”.
Insomma, il podista non si ferma mai. Anche perché, quando pensa di fermarsi, sta correndo…!