Dormo o son desto?
Il sonno è una parte importantissima della nostra giornata, paragonabile alla divisione fra il giorno e la notte, fra la luce e il buio, fra l’azione e il riposo. Già, il riposo. Per il podista, saper riposare è altrettanto importante del sapersi allenare e nel riposo bisogna considerare molto attentamente la parte più preponderante caratterizzata dal sonno; infatti, si può anche riposare molto, ma se si dorme poco o male, il rendimento sportivo ne risentirà sicuramente.
Dunque, il sonno è importante, è fuori di dubbio. Lo si vede dalla sua… mancanza: chi dorme male è più stanco, più irritabile, più indifeso rispetto agli agenti esterni, più… indifferente rispetto ai problemi della vita, più… cattivo nei rapporti interpersonali… Insomma, dormire male dovrebbe essere evitato da ogni podista: ne va’ della qualità sua della vita. Ma quali sono gli elementi che si devono considerare indispensabili per il pieno e corretto recupero del nostro organismo?
Essenzialmente, sono due le condizioni che si creano mentre dormiamo e che apportano i benefici necessari. Ma prima ancora di segnalarli, è doveroso premettere che quando dormiamo, anche se non ce ne accorgiamo, buona parte del nostro corpo non… dorme. E ciò non significa solamente che il cuore batte lo stesso, che il sangue scorre ugualmente e che la mente sia sveglia come ci testimoniano i sogni che facciamo… Basti pensare ai cambi di posizione che assumiamo durante la notte (che a volte ci causano crampi dolorosi), allo sforzo occorrente per la respirazione (altrimenti moriremmo asfissiati…), e via discorrendo. Detto questo, il sonno permette la riparazione delle fibre muscolari lacerate dagli sforzi della giornata (sportivi e non…), mediante il fluire ininterrotto del sangue; ed inoltre, consente il riequilibrio fisiologico delle reni, sia per quanto attiene l’apporto dei sali che dell’acqua. Solo con il sonno il nostro corpo ha queste “possibilità”, veri e propri tesori, per il recupero sostanziale delle risorse fisiche.
Quindi, dobbiamo pensare al tempo occorrente per il sonno, come ad una situazione da prendere con buona attenzione e che, anzi, dobbiamo favorire e non ostacolare. C’è gente in giro, anche fra i podisti, che sostiene essere le ore dedicate al dormine una perdita di tempo, che sia una dimostrazione di pigrizia: nulla di più sbagliato. Costoro vanno col tempo, a proposito di tempo, incontro a seri problemi, anche di ordine mentale, di disadattamento alle reali circostanze della vita di ogni giorno. E’ come se prendessero la macchina dal garage, senza averci messo benzina a sufficienza…
Ma parliamo di fatti nostri: esistono delle situazioni pratiche che disturbano il podista, quando si approssima al dormire? Sicuramente. Una particolare eccitazione allontana il sonno. Può essere una prestazione agonistica intensa (allenamento anaerobico o altro); in questo caso, l’adrenalina, che ben conosciamo alle partenze delle gare, rilascia degli ormoni che ci “svegliano” nel vero senso della parola, altro che dormire. Lo stesso stress, dovuto di sicuro ad un impegno agonistico importante, è il pratico risultato di un aumentato livello di cortisolo (altro ormone), che ci impedisce, come si suol dire, di “prendere” sonno. In questo caso, cioè aver sostenuto un avvenimento sportivo intenso, è meglio far trascorrere almeno un paio di ore, prima di… entrare in camera da letto.
D’altronde, se perfino i greci antichi dedicarono un Dio al sonno, Morfeo, significa che “cadere nelle sue braccia” è una cosa davvero indispensabile!