Il diario del podista
La vera dimensione del podista prende forma e consistenza solo quando si rende necessaria la condizione di dotarsi di un diario. Prima esistono altre priorità: il desiderio e la paura di partecipare e di concludere una gara, la scarpetta da utilizzare, la squadra a cui iscriversi, la persona o le persone a cui affidarsi per cominciare l’esperienza. Insomma, tutto un caleidoscopio di situazioni che inebriano e un po’ distraggono il podista alle prime armi, un insieme di realtà indubbiamente nuove e per certi aspetti ubriacanti, che mal si conciliano con una visione diciamo più raziocinante di quello che si fa’. In buona sostanza, bisogna solo correre e basta.
Ma poi subentra un periodo, dopo qualche mese di attività, durante il quale si comincia a pensare di fissare per iscritto, magari in modo giornaliero, quello che si fa’, soprattutto perché subentra la necessità di certificare i progressi, di mantenerli e di cercare la maniera se occorre perfino di migliorarli. Il modo opportuno per intraprendere quello che sembra un nuovo percorso, più tecnico e razionale, è l’adozione di un diario.
Quando si parla di diario, non si parla necessariamente di uno strumento classico, voluminoso, con cartella di rivestimento annessa, magari in materiale in pelle. Niente di tutto questo. Può bastare alla bisogna anche una semplice agendina, una di quelle che si tengono comodamente nel cassetto, purché vi siano segnati correttamente i giorni e i mesi e abbiano un minimo di spazio per segnare l’allenamento fatto; il quale, come ogni buon podista sa perfettamente, in alcuni giorni che non siano di corsa lenta deve necessariamente contenere un po’ di spazio, al fine di segnare eventuali ripetute o prove che comunque richiedano una parcellizzazione chilometrica.
Qualcuno ritiene si possa segnare l’allenamento giornaliero sul calendario che di solito si tiene in cucina…, come se fosse una bolletta da pagare, o una ricetta da preparare… No, al podista serve un qualcosa di maggiormente “privato”e da custodire negli anni a venire, anche per confrontare nel tempo “quello” che si è fatto e “come” si è fatto. I calendari annuali affissi in cucina vengono… sostituiti dai successivi e le ricette sono prima mangiate e poi… digerite… Quindi, di questi “strumenti operativi” non rimangono tracce; al contrario del diario o dell’agendina, che invece costituiscono lo scrigno segreto e insostituibile del podista. Essi possono, nel tempo, essere tranquillamente consultati e riescono a fornire al podista, ovviamente se letti con una certa attenzione, utili dettagli sulle sue esperienze pregresse.
In effetti, il diario rappresenta la Storia del podista. E come ogni Storia che si rispetti, è la base da cui partire per capire bene il Presente e per programmare un Futuro che possa essere migliore.