Sul dormire podistico d’estate
Se si dice “aprile dolce dormire” e non “luglio e agosto dolce dormire”, un motivo ci sarà, anzi… c’è, ed è il caldo. Se però questo per i “comuni mortali” è una circostanza accettata di buon grado, non lo è negli ultimi tempi per una frangia di popolazione sempre più numerosa, i podisti, che al contrario, cerca di porvi rimedio. Il motivo va’ ricercato nella necessità che il podista ha, più del “comune mortale”, di riposare bene, soprattutto quando dorme, perché durante l’intera giornata estiva, anche se non corre, perde attraverso la continua sudorazione dovuta al caldo opprimente una grande quantità di acqua e di sali minerali che gli comporta una notevole spossatezza unita quindi alla necessità del recupero energetico.
Quali consigli è dunque possibile dare al podista che, anche d’estate, vuole correre al meglio delle sue possibilità e magari gareggiare? Vediamo…
Arrivare stanchi a letto. Non è una banalità. Si dovrebbe avere sempre desiderio e bisogno di fare una cosa fisica, proprio ad esempio, come nei casi del magiare e del bere. Per cui, se si arriva nella stanza da letto ancora freschi di energie, o peggio dopo essersi eccitati per un qualche avvenimento che ha sollecitato la nostra attenzione (uno spettacolo televisivo sportivo, una riunione con amici, eccetera), molto difficilmente riusciremo a conciliare il sonno.
Attendere due o tre ore prima di coricarsi. E’ assai scorretto coricarsi subito dopo aver cenato; e questo errore si verifica frequentemente d’estate, quando si è soliti cenare tardi. Meglio quindi andare a letto qualche ora più tardi del solito, ma poi dormire, invece di innervosirsi stando in modo del tutto inutile a letto e senza per altro aver fatto una buona digestione.
Considerare che d’estate comunque si dorme di meno. Direttamente collegato al consiglio precedente, dobbiamo rassegnarci a che durante l’estate dormiamo meno, o comunque distribuiamo le ore dedicate al sonno in maniera differente rispetto alle altre stagioni. Ma l’importante in questo caso non è la quantità del sonno, bensì la qualità.
Sì alla “pennichella”, ma “contenuta”. Anche quest’altro consiglio si riallaccia al precedente. Se ad esempio si dorme al pomeriggio per 3 o 4 ore nel corso della irrinunciabile pennichella, è normale avere problemi poi ad addormentarsi per la notte. Non sviliamo una delle dolcezze dell’estate, cioè la pennichella, quel dolce abbandonarsi alla calura pomeridiana in un magico momento di abbandono dalle cose terrestri… Ma che non si superi abbondantemente l’oretta di siesta…, pena poi riscoprire tutte le brutture della vita.
Evitare chi russa. Può essere un problema irrisolvibile… Tutti possono russare, un coniuge, un parente, un amico…, uno della parente affianco (d’estate ci si può trovare con delle pareti molto sottili…). Insomma, è un problemaccio. Però, abbiamo qualche fondata speranza che ognuno sappia trovare il rimedio: siamo o non siamo la patria dell’arte di arrangiarsi?
Abolire il dormire in spiaggia. Ecco una cosa da non fare assolutamente: dormire in spiaggia. Anche durante il pomeriggio. Le vacanze devono servire a ritemprare il corpo e la mente, a riposare. Ma ovviamente si riposa meglio, assecondando in un certo senso le nostre abitudini, smussandone gli angoli magari più ispidi contro i quali cozziamo normalmente tutti i giorni. Non siamo fatti per dormire su di una spiaggia, il che avviene molto spesso, bisogna riconoscerlo, solo (a proposito di dormire…) nei sogni.
Assicurarsi che la camera da letto sia fresca e senza correnti d’aria. Ecco una buona condizione che favorisce l’abbandonarsi fra le braccia di Morfeo. Una camera ben areata, sia pure priva di “spifferi incrociati”, che possono essere sul momento assai gradevoli ma che sono forieri di spiacevoli conseguenze, consente un adeguato rilassamento, fase precedente e necessaria al sonno che ristora.
Cercare di “non affrettare” il sonno. Di sicuro, nella vita in generale, è che non si devono creare le condizioni migliori in modo artificiale, ma naturale. Quindi, non si deve “volere subito dormire”, magari usando qualche stratagemma. L’unico “artificio” è sempre quello di assumere di fronte alle circostanze una certa dose di calma e di compostezza. D’altronde, se si dorme mezzora in più o in meno non è la “fine del mondo”, ma se invece ci arrovelliamo nella ricerca del sonno a tutti i costi, potrebbe essere la “fine della nostra tranquillità”.
Infine, una cosa ovvia, ma che comunque va’ detta, non si sa mai… Assicurarsi di aver messo in funzione la zanzariera….