Le dita delle mani nel podismo
Le mani nel podismo sono spesso trascurate dagli amatori, perché si ritiene, molto probabilmente a torto, che siano un elemento trascurabile del corpo, non indispensabili nell’economia di corsa. Indubbiamente, questo è vero. Tuttavia, se… madre natura ce le ha fornite…, una qualche valida motivazione avrà pure avuta. Oppure, vediamola da questo punto di vista; considerato e appurato che le abbiamo, cerchiamo di utilizzarle al meglio, o almeno in una maniera che sia in linea più o meno armoniosa con il resto del corpo in movimento.
Essenzialmente, riducendo l’argomento proprio al limite, esistono due tipi di podisti: quelli che praticano la velocità e quelli che praticano la resistenza; quelli che corrono per pochi metri e quelli che lo fanno per molti metri. Ebbene, le mani devono assecondare e accompagnare le due diverse tipologie di podisti. Però, mentre nelle prove di velocità le mani sono istintivamente impegnate come dovrebbero, cioè con le dita tese e dritte, perché l’organismo deve catturare in pochi secondi tutta l’energia di cui dispone, in quelle di resistenza, dove manca questo “pathos”, questa necessità, le mani tendono ad essere abbandonate a se stesse. Ecco, è esattamente qui che vorremmo intervenire.
Le dita delle mani nella corsa di resistenza dovrebbero rispondere alle esigenze di economicità che il gesto richiede. Vale a dire, se la falcata deve essere radente, la schiena non rigida, le spalle sciolte e tutto il resto, le dita delle mani devono essere rilassate, non chiuse a formare un pugno della mano e neanche dritte e tese come se fossero impegnate in una gara di velocità. Quindi, in modo del tutto naturale, le dita devono risultare semiaperte, nell’ambito delle oscillazione delle braccia e dello sfioramento delle anche. Tra l’altro, le mani non dovrebbero nemmeno pendere come un peso morto, lasciate andare a caso; tutto sommato è un peso limitato, ma sempre un peso, che deve essere trasportato, e che grava quindi nell’economia della corsa, se non è ben distribuito e sviluppato nel gesto complessivo.
A volte si assiste perfino a qualche podista di lunga lena atteggiare le mani al pari di un nuotatore. A parte qualche istintivo trascorso di naturale personale (piscina o esperienza di lavoro) che può indurre nell’atteggiamento indicato, questa è la prova ulteriore di quanta poca attenzione si riservi alle dita della mano e… a quanto ci sia necessità che qualcuno, sommessamente, ne parli….