C’è riposo e riposo, nel podismo
Così come non c’è un allenamento che possa considerarsi di base per ogni tipo di podista, non c’è analogamente un riposo che possa andar bene a chiunque pratichi la corsa. L’assunto appena esposto, sembra essere del tutto pacificamente acquisito dalla stragrande maggioranza dei podisti; però, soltanto per quanto riguarda l’allenamento, non per il riposo, sul quale per così dire… resistono parecchie difficoltà applicative, nel senso che si è portati a ritenere che riposarsi significhi soltanto star fermi e basta. Invece, non è così. O, almeno, non è sempre così.
Una cosa, ad esempio, è star fermi per un banale raffreddore, altra per un infortunio abbastanza grave. E poi ci sarebbe da dire circa la natura dell’infortunio stesso, se muscolare o tendineo. Sta di fatto che mentre nel primo caso un brevissimo periodo comprendente 4/5 giorni può bastare, nel secondo… non sarebbero i giorni a determinare il periodo di riposo, ma i mesi… Quindi, c’è riposo e riposo, come si diceva nell’intestazione.
In un riposo breve, restano inalterate le potenzialità acquisite mediante gli allenamenti effettuati, che possono svanire solo nel caso si superino le due settimane di stasi. Anzi, questo tipo di riposo, ai fini di un contrasto del logoramento di sedute stressanti, è quasi un’occasione gradita (al corpo), per potere effettuare un recupero maggiormente efficace. Il problema, evidentemente, riguarda il secondo tipo di riposo, quello lungo, sul quale bisogna soffermarsi, perché 4/5 mesi (e forse più) sono da “affrontare”, oltreché con rassegnata serenità, anche con decisione (leggi intelligenza), per non essere sopraffatti dallo scoramento.
In un riposo lungo bisogna prepararsi, come la natura fa da sempre, ad un qualche mese di stasi, di fermo, possiamo anche dire di letargo. Durante tutto questo tempo si ha l’impressione che non ci sia vita, ma è necessario che avvenga una forma di ricarica di energia, così come avviene in ogni aspetto della vita. La natura insegna che per fiorire bisogna prima coltivare… Ecco, magari durante il forzato riposo, dovuto ad un preciso impedimento fisico, si può sollecitare una parte del nostro organismo normalmente trascurata. Facciamo un esempio banale. Se ci è stata diagnosticata una fastidiosa pubalgia e la conseguente impossibilità della corsa per qualche mese, nulla ci vieta e tutto ci consiglia, di frequentare una piscina o, in mancanza di tempo, di esercitarci anche in casa con pesi e attrezzi vari. Ovviamente, la corsa ci mancherà e dovremo fare attenzione alla bilancia, dal momento che dimagrire è difficile, ma ingrassare è facile. Cercheremo di adattare la dieta alle mutate e temporanee necessità (dopo un paio di giorni di difficoltà troveremo un certo equilibrio). Magari, un ulteriore problema, assolutamente non previsto nel periodo di riposo, sarà quello del ritorno agli allenamenti: il primo giorno, statene certi, ci sembrerà di poter correre all’infinito. E’ normale, dopo tanto tempo… E potremmo anche farlo… Però, è meglio non esagerare, potremmo pagare brusche conseguenze. E’ opportuno che durante la prima settimana, anche a giorni alterni, non si superino i 45’ di corsa, rigorosamente lenta. Dopo, potremo finalmente pensare a correre e, perché no?, anche più veloci di prima!