Dimagrire in età avanzata. Mah…
Un amico podista un po’ attempato mi confida che non riesce più a dimagrire, ma vorrebbe ancora farlo, non soltanto perché è costretto a cambiare taglia ai suoi pantaloncini, ma soprattutto per il motivo che si sente effettivamente più pesante e quelli che una volta erano considerati gesti naturali che non richiedevano “riflessioni preventive”, ora ne necessitano di ponderate…
Effettivamente, il problema è abbastanza diffuso, nella popolazione podistica, sia nel settore maschile che in quello femminile. Al limite, può variare la localizzazione dei depositi di grasso, i fianchi per gli uomini (le maniglie dell’amore) e il bacino per le donne (esigenze della maternità), ma in comune i due sessi hanno la tendenza ad ingrassare, superata una certa soglia di età. Ecco, qual è questa soglia, questo limite di età superato il quale, a quanto pare, si ha l’inarrestabile tendenza ad ingrassare? E perché? Difficile rispondere alla prima domanda, relativamente facile invece rispondere alla seconda. Ogni individuo ha una storia fisica e una genetica che lo differenzia dagli altri individui; se ha fatto sport e ha dei buoni caratteri ereditari la sua soglia si allunga, e anche notevolmente; viceversa, se è stato nella maggior parte degli anni sedentario e non è sorretto da una buona struttura genetica, la soglia tende ad anticiparsi. Diciamo che i 50 anni rappresentano per tutti un limite importante, raggiunto il quale bisogna fare i conti con tutto ciò che si mangia e si consuma. Sì, perché in buona sostanza è tutta una questione di calorie che si riescono a bruciare, cioè di metabolismo. In effetti, si ingrassa perché non si riesce più ad evitare che si formino gli accumuli di grasso, per un deteriorato metabolismo basale. Il metabolismo basale rappresenta la spesa energetica per la sopravvivenza dell’organismo, la base minima e necessaria di cui il nostro corpo ha bisogno per espletare le sue attività quotidiane generalmente intese. Esso è dovuto alle attività essenziali degli organi e varia comunque da individuo a individuo a motivo della muscolatura e della massa magra (questa, la massa magra, è tutto ciò che non è tessuto adiposo). L’attività sportiva costante aumenta il metabolismo del 10%, cioè il podista abituale rende più efficiente la globalità del suo organismo, riuscendo a bruciare le calorie in eccesso assunte mediante l’alimentazione. Un utile riferimento al riguardo ce lo forniscono gli ormoni tiroidei. Fare attività sportiva induce questi ormoni a fare aumentare la velocità delle reazioni chimiche nelle cellule dell’organismo. Tanto per fare un esempio, è un po’ come quando si ha freddo: si ha più fame, perché gli stimoli sono accelerati dalle condizioni esterne all’organismo. E infatti, quando si corrono meno km, si tende ad ingrassare… Ulteriore elemento di cui tener conto è un altro ormone, il Gh, quello della crescita, che si sviluppa in modo spontaneo e naturale nel nostro organismo dalla nascita fino al termine dell’adolescenza. Tale ormone garantisce la formazione della massa muscolare ed è responsabile di un tasso metabolico molto elevato. Però, appena superati i 20 anni, l’organismo comincia lentamente a produrlo sempre meno; dopo i 40 anni, il calo diventa consistente; dopo i 50, serio.
Ora, considerato tutto quanto sopra esposto, cosa possiamo dire al nostro amico podista… non più in tenera età? Così, detto papale papale, che con gli anni la”guerra” fra massa magra e massa grassa la vince la seconda, perché l’organismo non riesce più a bruciare le energie come nel passato, per la ridotta efficienza dei muscoli e per i limitati chilometri che si riescono a percorrere, sia in qualità che in quantità. E che non si lasci confondere dall’assillo del peso: dimagrire eccessivamente, per mantenere una certa leggerezza, significherebbe certamente diminuire la propria salute muscolare, con il risultato di peggiorare l’efficienza della corsa e di far scendere ulteriormente l’autostima.