Le ripetute dopo l’infortunio, al bar
Non crediate che noi, in tutto questo tempo che non… ci siamo fatti leggere… non siamo andati al bar, a discutere soprattutto di podismo… E’ che siamo stati impegnati in faccende burocratiche, per quel “progetto collettivo” di cui tanto si parla (speriamo bene…) anche sul web… Stamattina, ha tenuto banco Nellino, fresco reduce da un tribolato periodo, legato a un suo tendine dell’arco plantare.
io – Ciao, ragazzi, scusate, ma stamattina ho più fretta del solito. Vado via subito. Avete già chiamato per i caffè?
Paolo – Sì, già fatto…
Nellino – Prof., purtroppo io devo andare via, anche perché ho la macchina…
io – Ho capito… Teccat’ ‘e 50 centesim’ po grattin’… (Nellino è ancora con gli indumenti con i quali si è allenato…).
Nellone – Uà! Si era pe’ Nellone, ‘o facivev’ ì…!
Michele – E’ certo! Chill’ è ‘na mela marcia, anzi, nu frutto proibito….
Ciro – Uà, ciao Umbè…
Umberto – Ciao, ragazzi, arò è gghiut’ Nellino?
Paolo – Mo ven’ subbit’…
Nellino . Prof., stamattina le ripetute sono andate benissimo, come avevate detto. Ne ho fatte 6, e tutte omogenee… Perfetto!
io – Mi raccomando, domani, o al prossimo allenamento, devi fare corsa lenta.
Nellino – Domani non posso correre, quindi riposo. Venerdì, corsa lenta.
Ciro – Nellino, ma dimmi un po’… Come fai a dire che le ripetute le hai corse omogenee, cioè sempre nello stesso tempo?
Nellino – Controllavo il cronometro ogni 500 metri.
Ciro – Errore… Devi sapere tu a quando stai andando…
io – Ha ragione Ciro, Nellino… Quando si corre in velocità, meno si guarda l’orologio è meglio è. La bravura del podista si misura con la sua capacità di conoscersi. Certamente, ci vuole un po’ di esperienza, ma tu ormai corri da un paio di annetti. Hai fatto bene a fare le ripetute dopo l’infortunio, cioè dopo che ti sei completamente ristabilito, perché le ripetute “spaccano” un fisico che non è al meglio. Hai fatto bene a ridurre il loro numero (6 invece di 8). Hai fatto anche bene a correrle in modo omogeneo. Però, hai fatto maluccio a controllare il cronometro ai 500 metri… Dovevi correre e poi, alla fine della ripetuta, controllare. Ti serviva più avere le giuste sensazioni ad ogni ripetuta che, forzatamente, raggiungere lo scopo cronometrico prefissato. Non era una tragedia se non tutte riuscivano come speravi. Era sempre un allenamento… Ci si allena per imparare…
Umberto – Ah, ecco i caffè…!
io – Ah, ecco per me il momento di salutarvi. Permettetemi, ragazzi, me lo sgolo tutto d’un fiato e… “corro” via…