Propositi per il 2022: allenamenti, gare e… dintorni
Ad inizio di gennaio è normale aver fatto un bilancio dell’anno precedente e una previsione per il successivo: è nella logica degli accadimenti umani. Da un lato, il pensiero è rivolto al resoconto di quanto fatto o non fatto, di quanto sia stato svolto in ottemperanza agli obiettivi o in difetto di applicazione degli stessi, se interferenze sopravvenute siano stati d’impedimento o di occasioni per reazioni di entusiasmo. Da un altro lato, l’attenzione si concentra sugli auspici per quanto si pensa si possa fare nelle modalità più opportune, al fine di seguire e perseguire obiettivi di qualità, che siano riconducibili sia alle aspettative personali, sia a quelle rapportabili al più ampio spettro delle relazioni sociali.
E’ in questo preciso momento che prendono forma i propositi per il 2022, in quanto ad allenamenti, a gare e… dintorni. I sospensivi che precedono i “dintorni” sono quasi obbligatori, in quanto se è facile, per i podisti, intendersi circa gli allenamenti e le gare, è invece difficile se non aleatorio circoscrivere a dovere il perimetro di tutta la variegata fattispecie che vi ruota attorno e che può prendere il nome, per l’appunto, di… “dintorni”. Quindi, in questo scritto, nemmeno una tabella, nessun consiglio relativo agli abbigliamenti e alle alimentazioni, zero suggerimenti sugli approcci metodologici e mentali nell’affrontare le varie tipologie di gare a cui s’intende partecipare… Niente di tutto questo. Si parlerà invece di:
- rispolverare il senso di appartenenza ad una squadra;
- approfondire e migliorare i rapporti con gli altri;
- promuovere il podismo negli adulti e nei giovani;
- farsi paladini di un nuovo modo d’intendere la vita.
- Quasi tutti i podisti sono iscritti in una squadra. Ciò determina, che si voglia o no, una forma di chiusura verso l’esterno (e qualche bega interna…), spesso contrabbandata come agonismo in senso stretto, inevitabile propaggine di sano antagonismo, in cui si dice che si è avversari ma non nemici. In realtà, si “corre” il rischio di operare, abbastanza frequentemente, una barriera fra gli appartenenti di una squadra e gli altri, perché questa realtà non si limita alla partecipazione delle gare, ma si estende anche agli allenamenti, se non alle vicende personali e familiari di ognuno. Ecco, dovremmo recuperare questo aspetto, non dovremmo isolarci nella “piccola isola della nostra squadra di appartenenza”.
- Come? Viene voglia di dire… Dovremmo prendere a modello la famiglia inserita nella società… Ogni famiglia, tutto sommato, è un ambiente chiuso, protetto. Però, la sua azione si manifesta nel modo migliore quando è aperta alla società, intesa come comunità. Quanto più essa opera in comunità con cortesia e collaborazione, nel lavoro e nei rapporti interpersonali, tanto più ne guadagna in socialità e benessere (benessere inteso come modo di vivere che procura serenità affettiva, non sicurezza economica…).
- C’è poco da fare: per migliorare il presente, bisogna guardare al futuro… I podisti, per migliorare essi stessi e l’ambiente in cui si muovono, devono “pubblicizzare” il loro sport, devono farsi vedere come sono felici nel praticare l’Atletica Leggera in tutte le sue specialità, nessuna esclusa. Perché nessuno si deve sentire escluso dall’Atletica Leggera: in essa c’è spazio per il veloce e per il resistente, per il robusto e per l’agile, per il saltatore e il lanciatore, per l’anziano e per il giovane, per il vecchio e per il bambino… E se si ha la buona opportunità di utilizzare una struttura chiusa, protetta dal traffico cittadino, ebbene bisogna coglierla al volo questa incredibile occasione e trasformarla, la struttura, in una sorta di “tempio dello sport cittadino”.
- Se si mettono in pratica questi semplici accorgimenti, che richiedono però da parte nostra una piccola dose di coraggio, saremo agli occhi degli altri, prima degli individui un po’ curiosi, poi amici da prendere a modello.