L’Atletica è in crisi, lo dice il Mercato
In una società come la nostra, fortemente caratterizzata dalla presenza e onnipresenza del mercato, in tutte le sue variabili sfaccettature, non poteva essere indenne l’Atletica Leggera, che infatti ne testimonia l’esistenza, essendo essa stessa una delle conseguenze. Per averne conferma, provate ad acquistare un paio di scarpette chiodate, per cross o pista è lo stesso, almeno qui nel sud d’Italia… L’allibito addetto del negozio specializzato al quale vi rivolgete, trasecolerà, per poi subito guardarvi con un’aria di pietosa e bonaria comprensione. E vi dirà che non c’è “domanda”, per cui la “offerta” ovviamente ne risente. Aggiungerà che è così da sempre. E poiché vi ha preso in simpatia ed è una persona dabbene, rispettosa dei bisogni e delle problematiche del cliente, arriverà ad affermare che d’altronde il caso è anche inevitabile, data la cronica carenza d’impianti sportivi nel sud d’Italia. Basti pensare che il PalaVesuvio di Ponticelli è l’unico stadio indoor da Roma in giù. Concluderà, serafico e rassegnato, che c’è solo un modo per acquistare un paio di scarpette chiodate: telefonare preventivamente, affinché l’esercente possa ordinarle…
Si ripresenta allora alla nostra mentre quel vecchio e rimasticato dilemma che da anni ci rode la coscienza atletica…, quello riguardante la pressoché ignavia, leggi pratico abbandono, delle nostre istituzioni politiche nazionali circa la pratica e l’avviamento dell’Atletica Leggera nei giovanissimi, a partire dalla frequenza della scuola elementare… In effetti, se la formazione dei giovani, dei bambini soprattutto, passasse attraverso l’obbligo scolastico, si indurrebbero dei “consumi” ai quali il mercato sarebbe immediatamente “sensibile”, piegando e impiegando alla sua logica strumenti e risorse, in una sola parola, “investimenti”. Occorrerebbe dunque che lo Stato, prima di tutto, istituirebbe un Ministero dello Sport, e non desse una semplice Delega allo Sport che sa tanto di cosa raffazzonata e provvisoria, per poi attivare tutte quelle attività didattiche e formative già nella scuola primaria, per favorire, in senso curriculare, le occasioni pedagogiche necessarie, Tanto per fare un esempio, come quelle dei mai dimenticati e sempre rimpianti Giochi della Gioventù. Nello stesso tempo, lo Stato dovrebbe finanziare la costruzione di nuovi stadi, anche al coperto, perché nessuna zona geografica del Paese deve esserne priva. Sarebbe necessaria, anzi indispensabile, che una Legge garantisse ad ogni regione (se non ad ogni provincia) impianti sportivi adeguati per lo svolgimento delle pratiche sportive, sia ai giovani che agli adulti (ovviamente, con le dovute e programmate modalità di utilizzo).
Così stando le cose, vorremmo proprio vedere come si comporterebbe il mercato… Ma in fondo, diciamoci la verità, il mercato non ha un’anima, una logica. L’anima, la logica, buona o cattiva, sensibile o insensibile, l’abbiamo solo noi umani, con le nostre aspettative e aspirazioni. Siamo noi che determiniamo il mercato, salvo poi a riversare su di lui le nostre manchevolezze.