La concentrazione in un allenamento
Quando un podista vi dice che esce per andare a correre è una cosa, quando vi dice che esce per andare ad allenarsi è un’altra cosa. C’è quindi una differenza fra correre ed allenarsi, anzi diverse… Se ad esempio un podista esce per andare a correre per scaricare lo stress, lo stesso non può dire e soprattutto non può fare se esce per allenarsi, poiché di una certa dose di stress si deve rassegnare a caricare, altro che scaricare… Correre significa muoversi per il piacere di farlo, allenarsi vuol dire raggiungere qualche obiettivo. In questa seconda condizione è necessaria, se non indispensabile, una buona dose di concentrazione nel perseguimento dello scopo atletico che si vuole conseguire. Parliamo dunque della concentrazione in un allenamento.
Che cos’è la concentrazione, ovviamente, nello sport? E’ quella particolare capacità di mantenere inalterata, in un programmato lasso di tempo, la determinazione psicofisica durante lo sforzo. Si può anche affermare che la concentrazione è quella capacità di esercitare uno sforzo mentale in una specifica occasione. E si può anche affermare, il che appare del tutto evidente a chi ha un briciolo di esperienza sportiva, che la concentrazione, o meglio, la capacità di concentrazione, è direttamente collegata al sistema cognitivo del soggetto interessato, poiché essa varia da podista a podista. Insomma, si può anche affermare, ed è qui che vogliamo arrivare, che la capacità di concentrazione va’ allenata.
L’atleta, nell’atto che compie, cioè nell’allenamento, deve cominciare da una base, prima iniziale e poi graduale, al fine di sviluppare “al suo interno” la condizione di riuscire ad essere concentrato per un certo tempo, così da ottenere il risultato auspicato. L’elemento fondamentale della capacità di concentrazione è il “focus”, ovverosia la ricerca di focalizzare l’attenzione, sgomberandola dagli elementi esterni, isolandola dai particolari disturbanti che la possono distrarre, pur avendo essi una certa rilevanza, ma non specifica e, soprattutto, richiesta. Tali elementi esterni sono, le persone, gli oggetti e, in particolare. le emozioni, specialmente l’ansia, come si può facilmente intuire.
Una tecnica per migliorare la concentrazione è quella di riprodurre mentalmente l’accadimento sportivo della performance mediante la cosiddetta “visualizzazione”. Di che cosa si tratta? L’atleta “vede” il gesto che deve compiere (nel nostro caso, l’allenamento specifico, il “lavoro”) e prova ad eseguirlo, senza lasciarsi distrarre dagli elementi esterni e interni, spersonalizzandosi, non badando alle persone (meglio correre da solo, in questo caso), agli oggetti (da annoverarvi anche le eventuali inclemenze atmosferiche) e, soprattutto, alle proprie emozioni (sottacendo il più possibile il senso della fatica). Egli si concentrerà solo sulla specifica azione da compiere, per il lasso di tempo che l’allenamento specifico richiede. Dovrà, in sintesi, “parcellizzare” l’allenamento, escludendo dall’allenamento le fasi “riscaldamento-defaticamento”.
La concentrazione in un allenamento richiede quindi anche un congruo periodo di tempo, per divenire bagaglio personale del podista, per essere assimilata e fatta propria. E’ una condizione che richiede continuità e caparbietà in dosi massicce. Ma quando il podista avrà acquisita questa capacità e saprà concentrarsi in modo del tutto naturale e spontaneo, assumerà in chi l’osserva l’aspetto di chi sa quello che vuole e che, soprattutto, sa come ottenerlo.