Situazione di gara: se un podista in sovrappeso ci supera
In gara, non si corre mai invano…; nel senso che ogni gara insegna sempre qualcosa. Alla fine di ogni gara si potrebbe perfino stilare una serie di particolari che hanno fatto aumentare la nostra esperienza podistica. E come in ogni esperienza che si rispetti, contribuiscono a fare aumentare la nostra conoscenza podistica soprattutto quelli aspetti che in un primo momento ci sono apparsi negativi. Non a caso si dice che la gara è il migliore allenamento. Cioè, in gara avvengono tanti di quegli episodi che mai e poi mai si possono verificare nell’allenamento, anche in quello più serio e impegnativo.
Può capitare, come nel caso che adesso prendiamo in oggetto, che durante una gara noi si possa essere raggiunti, e perfino superati!, da podisti in evidente sovrappeso. In un primo momento, noi pensiamo che lo stato di affaticamento che ci ha assalito da qualche centinaio di metri abbia determinato la situazione, ma poi dobbiamo notare che facciamo fatica a mantenere il passo del concorrente, quando appena scortolo, ne eravamo quasi dispiaciuti per il suo stato fisico… Ora, invece, cominciamo a domandarci cosa possa essere possibile… Scartando subito l’ipotesi che abbia “tagliato”, come si dice in gergo (altrimenti, lo seguiremmo con facilità), e scartata anche l’ipotesi che si sia “dopato” (non avrebbe senso in ambito amatoriale), cosa ci resta da pensare…?
Dobbiamo convenire che il “divario” esistente fra noi e lui (attenzione, può trattarsi anche di una “lei”, il che è molto peggio se “lui” siamo noi…), risiede nel tipo di allenamento che si adotta e che si mette in pratica magari da qualche mese, se non da qualche anno, e se non da sempre…
Spesso succede, a noi e a molti altri podisti, che ci si allena con continuità e con caparbietà, in tutti gli svariati modi che la pratica podistica comporta e consiglia. Bene. Però, in alcuni casi, si “corre” il rischio di arrivare alla gara già un po’ stanchi, o comunque si rischia di giungere alle gare a cui si partecipa, avendo una “macchina” con delle prestazioni oltre le quali non si può materialmente andare. Viceversa, c’è chi non può allenarsi come dovrebbe (il lavoro, la famiglia, eccetera), affidando alla giornata della gara, o qualche seduta precedente la gara, del tutto casuale e provvisoria, il compito di esercitare e di stimolare l’organismo nell’atto della corsa per i km occorrenti allo svolgimento della competizione. Risultato? Noi, corriamo senza superare i nostri limiti, perché arriviamo alla gara belli snelli, ma affaticati; loro, corrono belli freschi e spensierati, anche se si ritrovano con dei rotoli di grasso ai fianchi e anche se, naturalmente, certi tempi in gara non li stabiliranno mai (ma quest’ultimo particolare non sembra interessarli…). Conclusione? Si arriva insieme al traguardo…, se va’ bene al podista allenato…! Comunque, sempre col sorriso sulle labbra, come si addice a tutti i podisti.
Infine, ricordiamoci sempre cosa diceva Oscar Wilde: “Esperienza, è il nome che diamo ai nostri errori.”