Efficacia ed efficienza nel podismo
La velocità di corsa di un podista è sempre in rapporto all’efficacia e all’efficienza del suo gesto. Ma…, efficacia ed efficienza… non significa la stessa cosa…? Ci viene un dubbio… Approfondiamo…
In realtà, i termini sono di stretta pertinenza commerciale e si riferiscono alle attività aziendali… Però, noi siamo podisti e vediamo sempre le cose in quest’ottica…, come quei tipi che vedono tutto scuro, perché indossano degli occhiali da sole… Per cui, sforiamo volentieri dal nostro tipico… campo visuale… Non ce ne vogliate.
A quanto pare, la questione inerisce prima di tutto lo stile di corsa del podista, poi la capacità del podista stesso di mettere in pratica le caratteristiche acquisite, mediante l’applicazione di una stabilita tabella di allenamenti, al fine di raggiungere un risultato cronometrico desiderato nella partecipazione di una determinata gara. In altri termini, viene prima l’efficienza e dopo l’efficacia. Un podista che voglia migliorare le proprie basi non può esimersi dal partire dal curare il semplice gesto della corsa (“efficienza”), per poi affinarlo e calarlo nella quotidianità dei suoi risultati in allenamenti e gare (“efficacia”).
Ora, si potrebbe porre il dilemma: come si diventa “efficienti” e come si diventa “efficaci”…? La risposta è al tempo stesso semplice e complessa. Dipende dal podista…, da quello che vuole diventare o da quello che vuole essere… Se è, podisticamente parlando, giovane o maturo… Se è integro nel fisico o già provato… Se mentalmente è testardo o superficiale… Se fa’ del podismo la sua ragione di vita (magari unica) o se invece immette la pratica della corsa in una parentesi (magari ampia) della sua vita…
Insomma, il podismo resta sempre un esercizio di libertà. In questo senso, si può essere quindi “liberi” di seguire e perseguire efficacia ed efficienza, oppure no. A noi, come al solito, la scelta.