Non piove, ma minaccia di farlo, per i podisti
In certi periodi dell’anno, per i podisti, diventa arduo decidere se uscire a correre oppure no, a causa delle incerte condizioni climatiche. In certi periodi dell’anno, per i podisti, si pone la concreta possibilità di non poter correre per svariati giorni consecutivi, sempre a causa dell’instabilità del meteo. Come devono comportarsi in simili circostanze, i podisti? Devono prendere una decisione, i podisti.
Esistono due modalità per risolvere la questione: 1) correre quando si può; 2) correre comunque. Nella prima, rientrano i podisti principianti, gli occasionali, gli incostanti e gli anziani. Nella seconda, trovano posto i podisti appassionati, i metodici, i noncuranti e i giovani. Soffermiamoci sulla seconda opzione, perché i podisti appartenenti alla prima, il problema per così dire lo hanno già risolto… Quindi, per i podisti appassionati, metodici, noncuranti e giovani ecco un rapido vademecum su come possono ovviare alla possibile inclemenza del tempo, a questa ipotetica spada di Damocle che incombe sulla loro testa nell’imminenza di un allenamento che… riempie comunque completamente la loro testa…
Intanto, una premessa. I periodi dell’anno in cui la minaccia della pioggia si presenta abbastanza puntualmente, sono quelli a cavallo delle stagioni estate-autunno inverno-primavera, un po’ come certe sfilate di moda, verrebbe la voglia di dire… E sarà bene che i podisti tengano in debito conto queste evenienze e le inseriscono nel loro bagaglio di esperienze costitutive in modo da non lasciarsi minimamente sorprendere.
Indipendentemente dall’ora in cui si debba effettuare l’allenamento e visto il cielo plumbeo, i podisti saranno pronti a munirsi di alcuni tipi di vestiario. Se è un periodo caldo-fresco, come è nel caso “estate-autunno” appena descritto, sarà utile un berrettino, ad esempio, mentre nell’altro periodo indicato, “inverno-primavera”, potrebbe ancora essere necessario proteggere il capo con maggiore cura, per cui un cappellino sopperisce alla grande.
Questo è per la testa, che è la prima parte del corpo che si bagna, in caso di pioggia. E il resto? Ecco un punto, cioè un capo di abbigliamento, assolutamente decisivo: il k-way, o altrimenti detto impermeabilino. Un accessorio assolutamente da evitare…, quando non piove, ma quando Giove pluvio dimentica di assistere i poveri podisti, quando cioè come si dice a Napoli “o Patatern’ si scord’ e ll’acqua”, o k-way o impermeabilino… non fa’ differenza: bisogna indossarlo, e basta! Però, se ancora non dovesse piovere…? Un rimedio rapido e sbrigativo può essere quello di allacciarselo in vita, e andare… Nel caso piovesse, non ci vorranno che pochissimi secondi, e senza neanche smettere di correre, per infilarselo. Attenzione. Volendo, anche il gesto all’incontrario, se la pioggia smette all’improvviso, è parimenti facile da eseguire.
Veniamo al resto, cioè agli arti inferiori… Anche qui, dipende dalla “stagione”… Nel primo caso, i pantaloncini da ciclista si possono indossare tranquillamente, mentre in un’altra, più fredda e umida, una calzamaglia che arrivi fino alle caviglie è irrinunciabile. E le scarpe? E i calzini? I piedi, per i podisti, scarpe e calzini, sono le parti del corpo che in caso di pioggia sono rassegnati a bagnarsi. Lo sono per costituzione. Si bagnano sempre, di sudore, se va’ bene, di pioggia, se va’ male….