I ricordi nel cassetto dei podisti
Ogni podista che corra da qualche anno, diciamo almeno da una dozzina, custodisce senz’altro il suo personalissimo “cassetto dei ricordi”.Un po’ è sempre la stessa storia. L’essere umano tende a conservare le tracce della sua memoria, affinché non resti solo nella sua testa, ma che anzi possa costituire uno strumento per trarre bilanci, considerazioni ed esperienze utili per il presente e, soprattutto, per il futuro. Ecco, se si apre il “cassetto dei ricordi” solo per il presente, siamo nel campo della nostalgia. Ma se lo si fa’ pensando al futuro possibile, siamo nel campo dei progetti per l’avvenire. Anzi, se si usa il cassetto dei ricordi per ambedue gli aspetti appena descritti, abbiano la nostalgia che si sposa con l’avvenire, ed in questo consiste la bellezza della vita. Ora, trasferendo al podismo il “cassetto dei ricordi” possiamo affermare, senza tema di smentita, che i podisti, tutti i podisti, hanno l’incredibile fortuna di possedere un proprio e personalissimo cassetto dei ricordi dal quale attingere ogni qual volta la crudezza della vita sociale lo richiede, e cioè spesso…, purtroppo.
Cosa contiene un cassetto dei ricordi…? Dipende dall’età anagrafica e non podistica del soggetto. Basti pensare, ad esempio, che le foto dei primissimi podisti, pensiamo agli anni 60, erano tutte in bianco e nero…E le classifiche…? Fino agli anni 80 erano rigorosamente scritte a mano, o al massimo dattiloscritte… Un podista quindi che abbia iniziato la sua carriera negli anni 2000, non avrà nel cassetto questo tipo di ricordi… Egli non avrà foto che non siano digitalizzate, e magari impresse su CD. E le classifiche, belle e colorate, stampate su fogli A4, con altissima risoluzione…
Comunque sia, i ricordi nel cassetto per ogni podista costituiscono una riflessione su ciò che è stato, su ciò che è e su ciò che sarà. Perché il tempo, si sa, “corre come un podista che non si ferma mai”.
I ricordi nel cassetto, di qualsiasi materiale essi siano composti (foto, classifiche, targhe, coppe, medaglie, eccetera), ci dicono quello che siamo stati e perché lo siamo stati. La corsa ha dato un segno indelebile alla nostra esistenza. Da soli o in compagnia, molto più frequentemente in compagnia, abbiamo imparato che l’esercizio sportivo praticato in modo continuo, ci ha fortificato il corpo e lo spirito, ci ha immesso a pieno titolo nella comunità delle persone civili, migliorando il nostro senso civico e di appartenenza culturale ad una precisa comunità civile, alla quale in definitiva abbiamo cercato di portare il nostro piccolo contributo di solidarietà e di partecipazione.
Questo “cassetto” è il mobile più prezioso ed esclusivo del nostro “arredamento”; e i “ricordi” contenuti sono la testimonianza di una nostra crescita umana che senza il podismo non si sarebbe potuta realizzare.