Etica ed Estetica nei podisti
Senza avere la presunzione di insegnare niente a nessuno, vogliamo segnalare una certa confusione lessicale che spesso notiamo allignare sia in società in senso generale sia nei podisti in senso particolare. Sappiamo che il nostro modo di vivere è caratterizzato da una miriade di occasioni e di informazioni, sulle quali forse è pretestuoso insistere. Tuttavia, ci sembra che ogni tanto possa servire una qualche “pausa di riflessione”, in grado di ripristinare, almeno per qualche istante, una parvenza di riconducibilità alla sostanziale natura delle cose. Prendiamo il caso di Etica ed Estetica nei podisti…, e a tutto quello che, sempre più frequentemente, ne consegue.
L’Etica è la arte della filosofia ch studia il comportamento umano sfociante nella morale. L’Estetica è la materia che studia il bello nelle sue varie espressioni. Quindi, l’Etica ha a che fare con la morale, cioè il “bene”, mentre l’Estetica ha a che fare con il “bello”. Ora, mentre il “bene” si può estendere, il “bello” si può solo contemplare. Con il “bene” si può costruire, ma con il “bello” si può solo contemplare. Una cosa non può essere “bella” dall’inizio, ma necessità di un “bene” che la prepari.
Detto ciò, veniamo ai podisti… Quindi, i podisti non dovrebbero ricercare il “bello” della corsa, cioè l’Estetica, bensì il “buono”, cioè l’Etica. Ma, tradotto in termini più pratici, cosa significa essere “buoni” o “essere “belli”? Essere buoni significa “fare il bene con e per gli altri”; mentre essere belli significa “fare il proprio bene”. La differenza è notevole…
Concludiamo queste brevi note, con una classica confusione in cui tutti, scrivente compreso, cadono di continuo… Poiché il podista è una persona, quando questi ricerca il “buono”, e per così dire mette in pratica il bene, si dice che è una “bella persona”; quando, invece, andrebbe più correttamente definita “buona persona”. Vi pare?
Ditemi che non è così….