Il filo di lana
Domanda: “Cosa succede se ai giovani non viene insegnata la Storia? E cosa succede se gli uomini, giovani o anziani non importa, nello studiare la Storia, sono distratti e poco impegnati?
Risposta: “Succede che si perde il senso della realtà…”.
Immagino il vostro sorrisetto di sussiego verso chi, come me, non fa’ altro che ripetere sempre che la Storia si deve insegnare, altrimenti ne riceviamo danni… Un ulteriore, e vorrei dire ennesimo, esempio chi è fornito dalla recente finale dei cento metri ai Giochi Olimpici di Parigi 2024.
Ma come?, molti hanno osservato, qualche atleta ha più avanti rispetto ad altri la punta del piede e viene classificato più indietro…? Ma cos’è, il mondo alla rovescia…? Ecco il risultato della Storia non insegnata…
Nel 1908, Olimpiade di Londra, tanto per intenderci quella della famosissima maratona di Dorando Pietri, venne introdotto uno strumento semplice ed efficace per stabilire gli arrivi, specialmente per quelli delle gare di velocità: un filo di lana, da apporre in corrispondenza della linea del traguardo ad un metro di altezza. Capite bene quindi perché è il petto e non il piede la “parte anatomica” che stabilisce la posizione…
Comunque, da allora, i tecnici insegnano e gli atleti imparano ad arrivare sulla linea del traguardo prima di petto, quasi tuffandosi… Sì, perché anche le fotocellule, e i vari e sofisticati strumenti scientifici dedicati alla rilevazione finale degli arrivi, che hanno soppiantato da vari anni il filo di lana, sono rimaste con il principio di fissare il fatidico istante sul petto degli atleti.
Sembra quasi un segno del destino, quello che l’uomo debba allontanarsi sempre dal suo stato di natura, da un senso di sentimentalismo legato alle sue vicende terrene… Si è passati dal filo di lana alla cellula fotoelettrica… Cosa ci sia di più bello fra un filo elettrico legato ad una macchina e un filo di lana legato ad un animale, lascio a voi decidere…
Ma tant’è, bisogna rassegnarsi… Ma almeno, che si insegni la Storia…!
