Lavorare sul recupero

Nelle prove intervallate, cioè nelle ripetute, si tende di più a concentrarsi nelle frazioni veloci, mentre in quelle lente, quelle che comunemente si chiamano (e sono) “recupero”, si verifica quasi l’opposto, vale a dire una certa dose di trascuratezza, quasi di insofferenza. Anzi, nella maggior parte dei casi, poiché è noto che i podisti evoluti attuano poco recupero fra le prove ripetute, si ha la tendenza a ridurre ulteriormente (più di quello programmato in partenza) il tempo occorrente per le pause. Grave errore…

La necessità delle ripetute, ai fini di un miglioramento delle proprie capacità prestative, non deve essere fraintesa con l’andare sempre veloce, ma deve passare con l’acquisizione organica dello stimolo allenante. L’organismo deve andare, sì, veloce, però lo deve assimilare con un po’ di tempo a disposizione, anche e soprattutto “conoscendo” e “sentendo” l’evoluzione fisiologica, attraverso un ritmo di corsa molto lento, quello appunto del recupero. Non ha senso iniziare da subito a “limare” qualche secondo nelle fasi del recupero, perché l’effetto finale dell’allenamento sarà solo un’eccessiva stanchezza e, in definitiva, una… perdita di tempo…

Cosa bisogna fare, allora? Non ci stancheremo mai di dire che le ripetute andrebbero svolte sulla pista, o comunque e necessariamente su di un circuito stradale pianeggiante e rigorosamente misurato. Quello che forse non abbiamo mai sottolineato è che questo vale per le frazioni veloci, ma anche per i recuperi. Infatti, sappiamo tutto, o quasi, dei tratti veloci: come percorrerli, il loro numero, la loro lunghezza, la loro andatura e la loro modalità fisica di esecuzione. E il recupero? Ecco il punto. Così come si sceglie un tratto veloce, bisogna scegliere un tratto per il recupero. Ben inteso, le prime ripetute avranno come recupero un preciso tratto e solo quello. Sia che si cammini, sia che si corra in souplesse, avremo la cognizione di quanto tempo occorra per effettuare il recupero, mettiamo dal punto A al punto B. A furia di effettuare le prove ripetute nella cadenza di una volta a settimana e dopo un paio di mesi (a parità di condizione fisica generale e facendo i debiti scongiuri per evitare infortuni), noteremo non senza stupore che il recupero non va’ più dal punto A al punto B, ma ad un punto… antecedente. Eppure, la modalità di esecuzione del recupero non è stata deliberatamente modificata. A questo… “punto”…, vorrà dire semplicemente che ci siamo migliorati.                                                                                                                                           

Capiremo quindi che le ripetute constano di frazioni veloci e di frazioni di recupero, entrambe… meritevoli della nostra vigile (e paziente) attenzione.

 

 

 

 

 

 

 

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