La cultura sportiva in Italia: una realtà controversa

Senza girarvi troppo intorno, il miglior modo di entrare subito in argomento, circa la consistenza in Italia della cultura sportiva, se sia o meno di un livello gratificante per i singoli cittadini e la società in senso lato, è rapportarla alle situazioni riscontrabili negli altri Paesi; ovvero, ad un confronto con altre “culture sportive”, come siamo messi?

Intanto, cos’è la cultura sportiva? Se per cultura noi intendiamo quel complesso di cognizioni e di saperi che permette il funzionamento della società e lo sviluppo dell’individuo in essa inserito, non andiamo molto al di là dell’esattezza. La cultura sportiva dev’essere quindi una conseguenza che sottolinea e circoscrive un ambito particolare della società. Dobbiamo però ammettere, tanto per essere chiari, che in alcune culture quella sportiva non trova tanto spazio. Nella cultura aborigena, ad esempio, non è che spicchi tanto… Significa che la cultura sportiva trova spazio e ragion d’essere solo nelle società che si sono affrancate dai bisogni basilari legati alla crescita occupazionale. Resta il fatto che lo sport è un’attività legata al tempo libero e allo svago. L’uomo e la società che non abbiamo né tempo libero né svago difficilmente avranno una cultura sportiva.

Infatti, basta dare uno sguardo alle nazioni con le maggiore percentuali di praticati sportivi, per rendersene conto. Da nostre informazioni, possiamo stilare un’ipotetica classifica, che vede al primo posto la Finlandia (69%), seguita dalla Svezia (67%) e dalla Danimarca (63%), nazioni che non hanno soverchi problemi di occupazione… E l’Italia…? Vivacchia in un non meglio imprecisato centro, sull’onda di un 40% che andrebbe sicuramente migliorato, comunque ben distante dal basso, dove figurano Grecia e Bulgaria. Stiamo parlando ovviamente di situazioni statistiche. Ricordiamoci sempre del pollo di Trilussa… Se di due uomini solo uno mangia un pollo, non vuol dire che ogni uomo mangia mezzo pollo… In Italia, ad esempio, c’è un divario molto consistente fra i praticanti una qualche disciplina sportiva rispetto alle regioni di provenienza. Come si sa, al nord e al centro fanno più sport rispetto al sud, sia per motivi di strutture sia per motivi di lavoro, cioè di reddito pro capite. A ciò si aggiunge anche un problema per così dire traversale… I giovani spesso abbandonano lo sport appena raggiungono una certa età, vuoi per mancanza di motivazioni, vuoi per l’addensarsi di problemi legati alla crescita personale (famiglia, lavoro, eccetera eccetera). A dire il vero, poi molte volte gli ex giovani riprendono la pratica sportiva, un po’ per nostalgia, un po’ per contrastare gli inevitabili acciacchi dovuti all’età che avanza. Fanno bene, per carità, ma questo non fa’ altro che aumentare il rammarico, come individui e come società, per una pratica sportiva che se non fosse stata abbandonata avrebbe costituito veramente un formidabile rimedio per contrastare svariate patologie.

Esiste poi, in particolare in Italia, una speciale distinzione di sportivi, quella che possiamo definire “sportivi attivi” e “sportivi passivi”. I primi sono quelli che hanno fatto dello sport il loro stile di vita, mentre i secondi si accontentano di essere semplici spettatori di eventi sportivi. Così, mentre i primi assorbono e fanno propri i valori che lo sport trasmette (sacrificio, attesa, lealtà, fratellanza, eccetera eccetera), i secondi si fanno prendere dalle emozioni che prevengono dall’esterno (ricerca immediata del successo, agonismo esasperato, prevaricazione sugli altri, eccetera eccetera). Ecco perché, in Italia, quando si parla di cultura sportiva qualcuno storce il naso… A cosa e a chi si riferisce…?

Inutile dire che noi siamo per la “cultura sportiva attiva”, la sola che può trasmetterci i giusti valori e la sola che può garantirci un soddisfacente stato psicofisico. Ma temiamo purtroppo che i cultori della “cultura sportiva passiva”, in Italia, siano molto più numerosi, perché starsene sul divano ad assistere agli eventi sportivi è più facile. Ed è molto meno faticoso…

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