Siamo podisti, non medici!
L’altra sera, assistevo ad un programma televisivo in cui era gradito ospite un famoso e anziano medico italiano, al quale veniva chiesto quale fosse il suo qualificato consiglio per essere e restare in buona salute. Il luminare indicava, fatte le ovvie premesse a carattere generale, tre semplici cose: smettere di fumare, astenersi il più possibile dal bere alcolici e camminare in maniera costante e moderata.
Ad ascoltarlo, io podista, mi sono congratulato con me stesso…! Fa’ sempre piacere avere conferma che il proprio stile di vita corrisponde a quello che i medici consigliano. A noi podisti, fa’ sempre piacere fare le cose corrette…
Però, a pensarci bene, noi podisti abbiamo un sottofondo culturale contrario alla classe medica… Alzi la mano chi non si è mai sentito dire da un medico che non poteva più correre. E invece… Infatti, ogni podista, in un dato momento della sua “carriera”, per un infortunio o per un fastidio improvviso, appena si è rivolto ad un medico specialista, si è inevitabilmente sentito dire che ormai avrebbe dovuto come si suol dire appendere le scarpette al chiodo. E’ capitato quasi a tutti. Anzi, senza il quasi… Se si potesse fare una ricerca a tappeto, intervistando la vasta gamma dei podisti praticanti, si otterrebbe la percentuale finale del 99,9%…
Sicuramente, i medici e i podisti, rispondo con coerenza alla loro “logica di azione”. I primi sono per la prevenzione, per la saggia distribuzione delle possibilità; i secondi invece sono per la corsa a tutti i costi. I primi sono per la conservazione e la cautela; i secondi invece sono per l’avventura ed il coraggio… Entrambi sono rispettosi del loro status, ed entrambi meritevoli di ogni stima, sia chiaro… Però, noi podisti, siamo faziosi, parteggiamo per la categoria degli scapestrati, degli incoscienti, di quelli che, senza pensarci due volte, lanciano la stampella oltre l’ostacolo…
E mai vorremmo trovarci nella condizione di essere medici/podisti… Poverini, chissà quante volte devono lottare contro sé stessi…!