Kiwi e podismo, binomio perfetto

Un frutto che non dovrebbe mai mancare nell’alimentazione del podista è il kiwi. Vediamo perché, sottoponendolo ad una sorta di esame.

 

Immaginiamo di trovarci di fronte ad un ipotetico “banco nutrizionale” al quale chiediamo un alimento utile al podista, in questo caso il kiwi. La “lista” delle nostre domande, com’è facile intuire, conterrà tutte le cose che di solito un podista chiede e richiede ad un alimento.

 

Ha un elevato apporto calorico?

Sì, abbastanza, nell’ordine di 45 Kcal. Essendo un frutto, è zuccherino, ma di quel tipo semplice, chiamato fruttosio. Da qui anche il suo sapore lievemente acidulo, che però non disturba affatto. A dire il vero, c’è anche il kiwi giallo, che è decisamente più dolce.

 

Contiene grassi?

Quasi niente. Parliamo dello 0, 5 g. Ma già che ci siamo, addentriamoci su cosa contiene un kiwi. Detto delle calorie e dei grassi, annoveriamo una limitata concentrazione di proteine. 1.5 g, così come la percentuale di ferro, 0,5 mg. In compenso abbonda il potassio, preziosissimo al podista per scongiurare noie muscolari: 400 mg. Non trascurabili anche i carboidrati, che si assestano intorno ai 10 g. Ovviamente, l’acqua la fa’ da padrona, col suo 84 g. Anche le fibre si difendono bene, perché oscillano nell’ordine del 3 g. Per non parlare poi della Vitamina C, che è forse l’elemento che caratterizza maggiormente il kiwi, con i suoi 85 mg. Come si vede, tutte cose che giovano al corretto funzionamento metabolico.

 

A proposito di metabolismo, cosa possiamo aggiungere?

Innanzitutto, il kiwi possiede sostanze antiossidanti, migliora la mobilità intestinale e agevola il sistema cardiovascolare. Se poi vogliamo dirla tutta, aiuta anche a migliorare la qualità del sonno. Insomma, è un piccolo tesoro.

 

A chi dobbiamo questa… scoperta?

L’origine del kiwi è asiatica, dove per primi “scoprirono” questa “bacca”. Ma furono poi gli inglesi ad importalo dalla Nuova Zelanda, verso l’inizio del 19° secolo. La fioritura del kiwi avviene dal mese di novembre a quello di maggio. Nei restanti mesi, lo si coltiva in serre. Però, bisogna fare attenzione al freddo e al caldo secco, perché infatti il kiwi preferisce climi freschi e umidi. Anzi, un consiglio che possiamo dare è questo: un kiwi si può conservare sul tavolo della cucina uno o due giorni, ma se il periodo si prolunga fino ad una settimana, è meglio metterlo in frigo.

 

Come possiamo mangiare un kiwi?

Il kiwi ha una buccia pelosa che va’ tolta, Al suo interno c’è il frutto, che si può mangiare o tagliandolo a fette, oppure tagliandolo in due parti e consumarlo tipo uovo alla coque. Ovviamente, si può tagliare a pezzettini, per formare delle gradevolissime macedonie insieme ad altra frutta. Un po’ più complessa e laboriosa è la realizzazione di marmellate o di torte al gusto di kiwi, che richiedono evidentemente mani esperte.

 

Un’ultima domanda: quante volte durante la giornata si può mangiare il kiwi?

 

Abbiamo detto che il kiwi è un frutto troppo buono, ma è meglio non  mangiarne troppo….

 

 

 

 

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