Francesco Diana, ovvero, “non è mai troppo tardi”
Vi dico subito che sono un podista atipico: ho cominciato a correre a 60 anni. Sono la dimostrazione vivente che nell’intraprendere una qualsiasi attività, “non è mai troppo tardi”.
Sono anche la dimostrazione vivente che alla base di una qualsiasi attività ci deve essere un grande entusiasmo. E sono anche la dimostrazione vivente che la vita non bisognerebbe soltanto “allungarla”, come si affannano a dimostrarci specialisti di svariati settori, ma “allargarla”, come invece da qualche anno va’ dicendo il buon Luciano De Crescenzo. Nel senso che se aumentiamo gli interessi, se “allarghiamo” la sfera delle nostre passioni, aumentiamo la voglia di vivere e il valore delle nostre prestazioni.
Quindi, il segreto delle mie imprese, che adesso vi dirò, risiede tutto in questo semplice concetto: amore per la disciplina, sia pure praticata in età non più giovanissima. I miei amici di squadra (Amatori Vesuvio, mia unica e cara squadra) non capirono quanto “giovane” io fossi e al mio esordio in maratona (Roma, 23-3- 2006) mi pronosticarono un tempo finale compreso tra le 3h e 50’ e le 4h. Invece, li sbalordii col tempo finale di 3h, 11’, 31”!
Nello stesso anno, mi cimentai alla maratona di Paestum – Salerno (28-11-2006) e riuscii perfino a migliorarmi: 3h, 07’, 47”, risultando 1° di categoria e superando il fortissimo atleta Costabile Ferdinando, distanziandolo di quasi un minuto. E l’amico Peppe Volpe mi riferì che Ferdinando era stato, pochi anni prima, anche campione italiano di maratona!
Queste sono le mie più belle imprese, quelle che hanno contraddistinto il mio ingresso nel mondo meraviglioso del podismo. Ma una terza impresa mi attende, anzi mi ha già impegnato. Sono alle prese con un gara terribilmente dura, ma che riuscirò brillantemente a superare, forte del mio entusiasmo: la gara si chiama “fascite plantare”. E’ una gara dal percorso lungo e tortuoso, ma il podismo mi ha insegnato che più lunga è la gara e più ottengo i risultati migliori!