Una gara d’altri… “tempi”
Se la fotografia non è un semplice selfie, cioè un’attestazione di una realtà estemporanea colta al volo per celebrare il presente, ma una documentazione che trascende la visione, rimandando ad un’osservazione più approfondita, allora dobbiamo dire che l’amico Carmine Piccolo stamattina, caricando su face book un’immagine particolare, ci ha fatto sprofondare in tutta una serie di considerazioni sul mondo dell’Atletica Leggera italiana in generale e sul settore podistico in particolare.
L’idea di scriverne qualcosa al riguardo, di fissarne sul foglio come se si trattasse di un’impressione fotografica affinché non andasse perduto il senso di profondo rincrescimento che ci assale ogni qual volta ripensiamo ai trascorsi podistici regionali, ci ha letteralmente catturati. L’impulso a scrivere di getto, come siamo abbastanza soliti a fare, è stato frenato dall’attesa che altre informazioni ci giungessero in proposito, fatto di nomi e di situazioni. Ma poi, in mancanza di notizie più dettagliate, che pure abbiamo richiesto sul social ad amici che volessero intervenire in questo caso, abbiamo deciso di procedere comunque, perché il dato saliente non era certo la notizia per così dire giornalistica (corredata dalle classiche domande “quando?”, “dove?”, “chi?”), bensì podistica.
La foto, forse del 1982, certamente scattata allo stadio “Collana” (Napoli), ritrae alcuni podisti, 15 per l’esattezza, impegnati in un 10000. Tira il gruppo una nostra cara e vecchia conoscenza, lo “zar” Pietro Carpenito, seguito da un altro nostro caro amico, Mimmo Scognamiglio, riconoscibile dall’inconfondibile striscia tergisudore sulla fronte, oltreché dal suo fisico compatto che lo faceva esplodere (e temere dagli avversari) soprattutto nei finali di gara. Con nostro grave rammarico, non riconosciamo il fortissimo Giggino Pastore, che abbiamo sempre ritenuto un maestro di eleganza, in uno stile di corsa che rende la corsa fluida e veloce. Non riconosciamo nemmeno Muollo, il prof e nemmeno Pallini, col quale abbiamo corso varie volte, sia pure ovviamente in posizione ampiamente defilata. Riconosciamo invece il grande Antonio Lanzuise, mentre ci sfugge il forte Fortunato Varriale, che però ci assicurano essere presente in questa gara. Ci informano che sono presenti anche Chiacchio e Tammaro, di cui però ammettiamo l’ignoranza. In fondo, nel 1982 non avevamo nemmeno cominciato a praticare il podismo… Ebbene, in questa gara, il nostro amico Carmine Piccolo, in 31’ netti, arrivò 8°… e l’ultimo, il 15°, Ciro Iovine, finì la gara in 32’ circa… Comunque, il vincitore fu Massimo Santamaria, che poi divenne anche campione italiano dei 1000, nel 1989, con il tempo di 29’16”99.
Cosa vogliamo dire? Cosa ci ha spinto a pensare questa foto? Innanzitutto, che prima, in Italia, c’era più volontà, sociale e politica, di praticare l’Atletica Leggera, quella vera, quella che si svolge su pista; sociale, perché ognuno, per quanto riguarda la corsa, correva per soddisfare impegni e valori personali, mentre oggi si corre per soddisfare impegni e valori virtuali; politica, perché manca quasi del tutto la volontà di fornire ai cittadini (soprattutto ai giovani) strutture e occasioni per praticare l’Atletica, forse anche per una spaventosa flessione della “domanda”, per cui come in ogni legge di mercato, la cosiddetta “offerta” ne risente. Ma vogliamo scherzare? Oggi, se un nostro amico corresse in 31’ un 10000 su pista, sarebbe un eroe, altro che arrivare 8°… E lo sarebbe anche se chiudesse la sua prestazione in 32’ circa…Oggi, invece, quasi non si disputano più gare su pista, fatte eccezioni per quelle sporadiche (e poco frequentate) dei campionati regionali. Non c’è più l’Atletica di un tempo, altro che storie. Questa foto, che ancora guardiamo con dispiacere, è “una gara d’altri… “tempi”… Poi, ci lamentiamo che la società degrada… Ma se sono abbandonati (e dimenticati) i valori sportivi e umani di una volta, ecco quello che ci rimane: una società ricca di colori appariscenti, ma fredda e povera di risultati. E una qualche foto sbiadita….