Quel dolore al fianco destro
Quasi tutti i podisti, se non proprio tutti, hanno avvertito agli inizi della loro “carriera” un dolore localizzato nella zona del fianco destro del busto che sicuramente li ha costretti a rallentare la corsa, se non addirittura a fermarsi. Di che si tratta?
In linea di massima, è l’inevitabile adattamento dell’organismo al nuovo esercizio fisico che, giova ricordarlo, non è affatto leggero, tutt’altro. Specialmente per i neofiti i quali cominciamo ad assaporare la gioia dei primi entusiasmanti risultati che derivano dall’esecuzione di allenamenti svolti mediante carichi di lavoro stressanti. In linea particolare, potrebbero essere molte le cause, forse troppe, per cui prima di passarle in rassegna anticipiamo una nostra precisa intenzione di non riempire lo scritto, oltre misura, di dati, di situazioni, di possibilità, che potrebbero scoraggiare nel prosieguo della lettura il podista inizialmente interessato. Siamo infatti convinti che un positivo approccio alla lettura passi per una prosa non specialistica, ma come una semplice conseguenza di un’esperienza diretta, mai avulsa da meditate riflessioni.
Detto dell’inevitabile adattamento dell’organismo per le mutate e drastiche trasformazioni fisiologiche che il podismo comporta, si deve tener presente che “organismo” è l’insieme del nostro corpo, cioè muscoli, ossa, legamenti, reazioni enzimatiche…, tutto insomma “con-corre” a determinare un vero e proprio sconvolgimento della corsa. Il podista principiante mette la mano al fegato, perché è proprio lì che si localizza il dolore, a volte veramente lancinante, ma la causa del malessere potrebbe essere riferita ad altri comparti fisici. Vediamoli.
Il dolore si localizza al fianco destro, ma lì… non c’è solo il fegato! C’è ad esempio la cistifellia, che è un organo relativo alla digestione in contatto diretto con il fegato, perché quest’ultimo è un vero e proprio laboratorio chimico del nostro corpo. Di conseguenza, il dolore al fianco destro potrebbe essere una conseguenza di un’assunzione alimentare inadeguata, o troppo ravvicinata rispetto alla partenza della gara e dell’allenamento, o con eccessiva presenza di carboidrati che affaticano il processo digestivo, come fanno l’assunzione di alimenti grassi e alcolici. Il povero podista quindi, in primissima istanza, sappia che “si corre come si mangia”. E a proposito del mangiare, occorre dire che è sbagliata “l’idea geniale” di non mangiare affatto, pur di evitare il possibile inconveniente. Non bisogna mai dimenticare che la nostra “macchina” ha bisogno di “benzina”, che sia però giusta ed equilibrata. D’altronde, uno stomaco vuoto comporta sofferenze al fegato, perché questi, per così dire, “lavora a vuoto” e… lancia segnali d’insofferenza!
Abbiamo detto che il dolore si localizza al fianco destro, però non abbiamo ancora detto che esso si espande all’intero diaframma e a volte si confonde con i dolori intercostali. Allora, potrebbe trattarsi di un qualche problema di respirazione, o più facilmente di debolezza muscolare addominale, magari perché non sufficientemente esercitata. Ecco che ad esempio una pratica regolare di esercizi addominali, protratta per un periodo di qualche mese e divenuta poi azione costante tanto da verificarsi almeno tre volte a settimana, potrebbe risolvere il problema.
In totale buona fede, è questo che sentiamo di dire ai giovani podisti; “giovani”, sia ben chiaro, podisticamente parlando.