Correre “a braccio”
L’amica Rosanna Nerone, scherzando, ha definito un suo recentissimo allenamento “a braccio”, lasciando in una vaga indeterminatezza la tipologia dell’allenamento effettuato. Voleva dire che che l’ha fatto “spontaneamente”?, senza seguire una tabella predefinita? Chissà…
Noi pensiamo invece che si possa un po’ chiarire, al divertito ma trasecolato podista, cosa voglia poter dire “aver svolto un allenamento a braccio”, prendendo a pretesto proprio il “braccio”. Esso è il tipico allenamento “affianco”, che di solito accomuna un maestro e un discepolo, fra l’uno che insegna a correre non stando “a tavolino” ma “sul campo” e l’altro che impara dalla pratica.
Essenzialmente, esistono due modi di allenarsi in coppia, quando uno dei due vuole impartire un certo insegnamento: stando davanti, per “tirare” il compagno, o stargli affianco per “controllarlo” meglio. Nel primo caso, infatti, mentre “l’allievo” arranca dietro all’allenatore, questi non sa e non può vedere come si comporta l’amico, quale gesto effettua nella corsa, come oscilla le braccia, come tiene alta la testa, come impatta col piede il suolo del percorso, come avviene la sua respirazione, eccetera… Tutte cose che invece è nella sua facoltà se gli corre affianco. Arriviamo a pensare che il tipo di allenamento “affianco”, sia il migliore possibile proprio per questo duplice motivo: è utile a tutti e due i protagonisti della corsa: al maestro, perché verifica “in diretta” la bontà o meno del suo insegnamento; al secondo, perché ha la possibilità di “vedere” in pratica ciò che il maestro gli suggerisce “in teoria”. E tutta una certa pedagogia a carattere generale è concorde nel ritenere questo approccio educativo fra i più efficaci, quando cioè le realtà concrete sono distribuite in modo omogeneo, fra il “docente e il discente”, quando si aboliscono gli scalini sociali e professionali e il maestro, scendendo dalla cattedra, annulla le distanze e fa’ proprie le esigenze dell’alunno.
Ma forse l’amica Rosanna Nerone intendeva dire, con “allenamento a braccio”, una corsa libera da schemi e preconcetti, che forse è giusto definire “a sensazione”… Fa’ niente, vuol dire che abbiamo fatto un semplice ripasso: ah, ah, ah, ah, ah, ah, ah!!!