Nello P. “oggetto del contendere”, al bar

Anche stamattina sono stato l’ultimo ad arrivare al bar; le mie risapute, solite, inenarrabili e plurime incombenze m’impediscono di arrivarvi prima. Ma tant’è…, meglio tardi che mai. D’altro canto, esiste una vasta letteratura in merito, che giustifica e gratifica chi arriva ultimo, non è vero?

Comunque, in attesa dei caffè, già ferveva il discorso, circa l’ultimissima performance (stamattina, quand’era ancora al buio…) dell’ultimo podista (a proposito di “ultimo”) cronologicamente aggregato al gruppo, e cioè di Nello Provitolo. Neanche il tempo di sedermi, che l’altro Nello, il Cerrigone, lo apostrofava, dicendomi:

 

Nello C. – Uà Pè, stammatina nun se poteva prorprje mantener’…

io – Pecché, ca fatt’…?

Nello P. – No, niente, prof. Ho corso insieme a lui per un bel tratto… Però, senza avere il fiatone.

Nello C. – Senza avere il fiatone…? No, no…, correva davvero forte, con una certa scioltezza…

Ciro – E’ giunto il momento di fargli fare le ripetute.

Umberto – Si deve lanciare. Tu che dici, Peppe?

(Paolo è rimasto in silenzio… Sa come la penso… Intanto, Michele mi ha chiesto…)

Michele – A proposito, com’è quella cosa di ieri, circa il calcolo finale di una maratona? Non mi ricordo bene…

io – Lo dico sempre, Michele, che tu non presti attenzione… Si prende il tempo che si consegue in una 21 km, lo si raddoppia e infine si aggiungono 15’. Certo, è una regola “matematica”, che vale in generale, fatti tutti i soliti allenamenti per una maratona…  Non è che un podista al mattino si sveglia, partecipa alla maratona e si fa’… questo calcolo… Ma torniamo a Nello P. e a quello che mi state chiedendo di lui…

Nello C. – E’ vero, Peppe, stamattina mi ha dato filo da torcere… Facciamogli fare le ripetute.

Ciro – Sì, perché con le ripetute ci si velocizza… Tu lo sai.

io – Zitto tu, che ti ho fatto fare io il tuo record sulla 10 km… Ti ricordi…?

Ciro – Sì, sì…

io – Però, tu già correvi da un po’…

Umberto – Nello P., tu da quando tempo corri?

Nello P. – Da 9 mesi…

io – Nello, tu non ricordi quello che ti dissi… 9 mesi fa… Quando un podista comincia a correre, per i primi due anni si migliora sempre. Gli capita così di essere un superman… In realtà, il suo corpo si sta adattando alle nuove sollecitazioni e poiché podisticamente parlando è giovane, tutto gli riesce relativamente bene. E’ questo il momento di stare attento, di aspettare, e di non esagerare.

Ciro – Ma allora cosa gli consigli di fare? Come deve allenarsi?

io – Allenarsi, significa correre in un certo periodo, avendo in mente un obiettivo praticabile. Vuol dire che non può pensare, adesso, di correre a certi livelli, magari in una gara lunga.

Nello P. – Infatti, prof., ho in mente di correre a il 10 marzo una 10 km…

Michele – Ecco, allora come deve allenarsi?

io – L’ultimo lavoro lo deve fare, visto che lui corre nei giorni dispari, il mercoledì prima della gara. E poiché stamattina, da quello che mi state dicendo, ha corso una bella corsa media, magari domenica si farà un bel progressivo. Attenzione. Prima di ogni allenamento, specialmente in queste giornate fredde, mai dimenticare di correre un 20’ di riscaldamento. Per una 10 km, i km di “lavoro” possono essere 8. Esempio del progressivo: 20’ di riscaldamento (corsa lenta) + 5 km di corsa media + 3 km di corsa veloce (più veloce possibile).

Nello P. – Prof., io sto pensando di correre una 21 km a ottobre…

io – E faresti bene. Intanto, con l’esperienza che cumulerai in gara e in allenamento, il tuo corpo si adatterà sempre di più…

Umberto – Però, una 21 km… Come si fa’…?

io – E’ una questione di “adattamento”. Sai perché ti dico questo? Per esperienza. Una volta, ero M50, partecipai alla “Mare e Monti”, una bella e dura gara di 21 km. La chiusi in 1h 20’ 06”. Pensai: “Mannaggia, per soli 62 non sono sceso a 19’… L’anno prossimo ci riuscirò!” Mi preparai nel modo migliore, facendo tutte le gare e gli allenamenti come si conveniva alla competizione. Ebbene, vuoi sapere in quanto tempo la conclusi? 2h 20’ 05”…! Incredibilmente, mi ero migliorato di un solo secondo…! Era quella la mia condizione, quello il mio adattamento fisiologico…

 

 

 

 

 

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