Le misure restrittive… allargano la vita
Non si da’ prova di indifferenza se, in questo drammatico momento che stiamo attraversando, ci occupiamo delle migliaia di podisti costretti a stare chiusi in casa e a non poter svolgere quindi la loro consueta attività. Non poter correre, significa per molti podisti, stravolgere la propria vita, con notevoli ripercussioni, sia dal punto di vista fisico che psicologico. Occuparsene, allora, vuol dire esattamente stare dentro al problema, non infischiarsene.
Le cosiddette “misure restrittive” hanno inciso fortemente nelle abitudini dei podisti, fatto salvo l’iniziale momento di insolita euforia scaturita dalla novità. Ma poi sono subito emersi i danni che hanno inciso, e che incidono, fortemente sul famoso “stile di vita” dei podisti. In primis, l’aumento di peso…, come era nelle più facili delle previsioni, dal che il titolo che si è voluto dare allo scritto, “Le misure restrittive… allargano la vita”, nella chiara allusione che il grasso accumulato nel riposo forzato dello stare chiusi in casa si deposita immediatamente sui fianchi, determinando un vistoso allargamento della parete addominale… Ma, assodato ciò, cosa bisognerebbe fare per cercare di limitare i danni, anche dal punto di vista delle relazioni umane, diciamo, “casalinghe”? Proviamo a recitare il ruolo di… esperto in materia…, del quale nessuno può dirsi veramente tale, visto che si affronta per la primissima volta questa tragica emergenza.
Ricavare, per quanto sia impresa ardua, un piccolo circuito dentro casa, sul quale correre più e più volte, ovviamente e… ininterrottamente. Ciò significa dover “affrontare” molte curve, per cui è meglio dedicarsi ad esercizi di rafforzamento delle gambe. E poiché, come tutti i podisti sanno, non è possibile conciliare corsa ed esercizi, cioè andrebbero fatti sempre separatamente, è meglio scindere l’attività sportiva in due fasi: una al mattino, un’altra al pomeriggio. Dipenderà dal gusto del podista, nonché dalla sua disponibilità “domestica”, a scegliere se al mattino correre e al pomeriggio dedicarsi agli esercizi, o viceversa. Forse però bisogna precisare che, dal punto di vista alimentare, nulla cambia: prima della corsa o degli esercizi, è meglio mangiare un qualcosa che sia afferente ai carboidrati, di modica quantità e di facile digestione. Per quanto riguarda poi più in particolare gli esercizi, ovviamente, non si devono trascurare le braccia.
Pensiamo si debba dedicare qualcosa anche alla… notte… Un podista, quando non dorme bene, ma qualsiasi essere umano quando non dorme bene, non “rende” la mattina seguente come dovrebbe… Sarebbe consigliabile pertanto abolire, o quasi, la pennichella pomeridiana e cercare di limitare al massimo la… “razione” di caffè giornaliera (non più di tre caffè). L’ideale sarebbe arrivare… nella camera da letto… veramente stanchi, così da avere necessità del sonno ristoratore.
E già che siamo in argomento…, pensiamo al Grande Eduardo: “Adda passà ‘a nuttata…”