Consigli per correre su pista la prima volta

Avete mai corso su pista? Vorreste farlo? Pensate di aver bisogno di un qualche consiglio da parte di chi ha maturato un po’ di esperienza al riguardo? Domande… Non pensiate che siano banali o infrequenti, nel panorama podistico campano, data la cronica carenza di impianti sportivi. Esse sono lo specchio esatto di una situazione che si protrae da molto tempo, potremmo dire da almeno un trentennio, da quando cioè si è verificata la simultanea soppressione dei Giochi della Gioventù e il proliferarsi delle gare stracittadine. Così, nel movimento podistico regionale (ma potremmo dire nazionale) è maturata la convinzione che il podismo fosse quello praticato essenzialmente su strada, mentre quello su pista fosse marginale e per lo più riservato a pochi eroici personaggi, tecnici e ragazzi, i quali le dedicavano tempo e risorse in base a misteriosi e insondabili motivi che non erano dati conoscere… Ma tant’è… Vogliamo dare qualche consiglio a chi si accinge, se non altro per curiosità, a correre su pista?       

Intanto, soffermiamoci sul tracciato. La pista è in tartan, un materiale morbido che in quanto tale assorbe il piede nella fase di spinta. Un po’ confonde. Da un lato, la sua superficie morbida sembra favorire la spinta elastica; da un altro però la pressione che viene esercitata specialmente al tendine di Achille e alla caviglia, può comportare fastidi al piede e ai muscoli della gamba, soprattutto al periostio. Il primo consiglio quindi si rivolge all’uso delle scarpette, che dovranno essere leggere ma non troppo, del tipo A2. Poi, se la pratica continua, come si spera, e nei cosiddetti allenamenti veloci, si valuterà se optare per delle chiodate, che però comportano inevitabilmente l’appoggio sull’avampiede, la qual cosa necessita di un certo adattamento prolungato nel tempo.

Detto questo, inoltriamoci nell’impianto… Come tutti sanno, la pista misura 400 metri. Ecco una cosa che difficilmente per strada è possibile ottenere. Inoltre, non esiste nessun impedimento automobilistico o motoristico che possa interferire con la corsa e, soprattutto, con un allenamento svolto con particolare intensità. Si fa’ riferimento, è ovvio, alle prove intervallate; ma anche a qualche allenamento di fondo medio, perché no?, o a qualche particolare progressivo, a fartleck… Insomma, tutti i tipi di allenamenti…, tranne quelli in salita, ad esempio, per migliorare la potenza aerobica. Ma su pista, o meglio, ai bordi della pista, nei settori dei salti e dei lanci, è sempre possibile fare esercizi…

Quante volte alla settimana si dovrebbe frequentare la pista? Pensiamo un tre volte, cioè nelle occasioni di corse che non siano lente. L’elemento mentale deve essere preso in considerazione… Correre lentamente intorno ad un giro di 400 metri, potrebbe risultare esiziale per la mente… Allora, nei giorni dedicati alla rigenerazione delle capacità fisiologiche e alla capillarizzazione dei tessuti (che seguono sempre quelli dedicati al sollecito delle capacità cardiovascolari…), è meglio correre tranquillamente su strada, senza particolari patemi d’animo…

E se si partecipa ad una gara su pista? Ecco una bella, e gradita, domanda… Quando un podista la rivolge, merita rispetto e attenzione, quasi affetto.

 

Si partecipa, sapendo che si comincia a fare esperienza. L’esperienza, però, è una cosa che non si può insegnare, solo consigliare. Spetta al podista imparare, più che dal consiglio, dall’esperienza. In qualsiasi tipo di gara (mezzofondo veloce o altro) parta non troppo forte, ma non si faccia staccare molto dalla testa della corsa. Corra quanto più possibile in prima corsia, per percorrere meno metri. E conservi qualche briciola di energia per il finale. Comunque vada, sarà sempre una vittoria!

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